I PICCOLI Contadini Libertari sfidano i GRANDI del G20.
Firenze, 18 settembre: Marcia per la Terra.
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Sono passati già 10 anni da quando a Parigi si sono incontrati, per la prima volta, i ministri dell’agricoltura dei 20 Paesi ‘grandi’ della Terra per affrontare i problemi della Agricoltura con la A maiuscola, l’agricoltura globalizzata.
Il 17 e 18 settembre il G20 dell’Agricoltura – a presidenza italiana – si terrà a Firenze [qui il sito ufficiale del ministero]. Giovedì sera, al Teatro della Pergola, il ministro dell’agricoltura Patuanelli aprirà i lavori con l’Open Forum [per seguirlo in streaming].
Purtroppo bisogna riconoscere che da quel primo incontro del 2011, nonostante i meeting internazionali che sull’argomento, dal 2015 in avanti, si sono susseguiti con cadenza annuale, il panorama dell’agricoltura mondiale non è migliorato un granché. Come la pandemia e le crisi migratorie originate dal cambiamento del clima ci testimoniano, i terreni sono sempre più sfruttati dall’agricoltura industriale e si impoveriscono, la desertificazione di vastissime aree del pianeta per il riscaldamento globale, i disboscamenti della foresta pluviale per far posto a coltivazioni intensive, gli incendi ecc. Intanto, il problema della fame nel mondo è ben lontano dal trovare una soluzione.
In verità, i problemi negli anni si sono ulteriormente aggravati e di nuovi se ne sono aggiunti, vedi il passaggio sempre più frequente di forme batteriche e virali dagli animali all’uomo (l’encefalopatia spongiforme altresì detta Mucca Pazza nei primi anni 2000, l’ HPAI o Influenza Aviaria ad Alta Patogenicità nel 2009/2010 e nel 2019 il Covid, che si dice sia arrivato dai pipistrelli venduti nei mercati cinesi). Perché la ricerca e la scienza non sono intervenute tempestivamente? Non hanno forse capito in tempo cosa stava succedendo? E i 20 Grandi cos’hanno fatto finora? Si sono riuniti … e poi?
Come sostengono i piccoli e piccolissimi agricoltori della rete Genuino Clandestino [Qui] e di Terra Bene Comune [Qui] le questioni sono state affrontate, e continuano ad essere affrontate, dal punto di vista sbagliato.
Per i contadini che si ribellano all’industrializzazione sempre più spinta dell’agricoltura e alla mentalità del profitto ad ogni costo, che vede l’agricoltore come lo sfruttatore della terra e della natura: la Terra è un Bene Comune e come tale va difesa e conservata con cura; la Terra è di tutti, non deve essere accaparrata, non deve servire all’arricchimento di qualcuno, ma al mantenimento e al benessere delle comunità che vivono su quella Terra.
La Terra è un complesso di forme viventi e non viventi che vanno rispettate e quindi rigenerate, perché la Terra stessa è un Unicum vivente Generatrice di vita. L’agricoltura industriale ne causa l’impoverimento, la sterilità e la morte.
Tornando al G20 di Firenze, i 2 temi all’ordine del giorno, i focus dei seminari saranno: la Resistenza Antimicrobica (AMR), che si stima causi circa 700 000 decessi umani all’anno a livello globale, e Agricoltura e Cambiamento Climatico [Vedi qui].
Per fare un po’ di luce su queste due importantissime questioni, riporto informazioni e valutazioni espresse da una fonte difficilmente contestabile, l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) . Ecco quanto si legge nel loro sito:
“… la resistenza agli antimicrobici (AMR) è la capacità dei microrganismi di resistere ai trattamenti antimicrobici. L’uso scorretto o l’abuso di antibiotici sono considerati le cause della crescita e della diffusione di microorganismi resistenti alla loro azione, con conseguente perdita di efficacia delle terapie e gravi rischi per la salute pubblica.”.
L’Autority Europea continua a studiare, consigliare, raccomandare…
2007 – L’EFSA pubblica istruzioni per il monitoraggio armonizzato della resistenza agli antimicrobici in due importanti batteri zoonotici (Salmonella e Campylobacter) in animali e alimenti.
Aprile 2008 – Gli esperti dell’EFSA esaminano in che modo il cibo può diventare un veicolo per la trasmissione all’uomo di batteri resistenti e formulano raccomandazioni per prevenirne e controllarne la trasmissione.
Novembre 2009 – L‘EFSA, l’ECDC, l’EMA e il Comitato scientifico della Commissione Europea per i rischi sanitari emergenti e di nuova individuazione (SCENIHR) pubblicano congiuntamente il parere in cui è trattato il tema delle infezioni: joint scientific opinion on AMR focused on infections that can be transmitted to humans from animals and food (i.e. zoonotic diseases che possono essere trasmesse dagli animali e dagli alimenti all’uomo (ovvero le malattie zoonotiche).
Ma soltanto nel giugno 2017 la Commissione partorisce il Piano d’azione sanitario unico dell’UE contro l’AMR [Vedi qui], come richiesto dagli Stati membri nelle conclusioni del Consiglio del 17 giugno 2016.
Luglio 2017 – Una relazione dell’EFSA,EMA ed ECDC presenta nuovi dati sul consumo di antibiotici e sulla resistenza agli antibiotici. I dati evidenziano un miglioramento della sorveglianza in tutta Europa. Il rapporto conferma il nesso tra consumo di antibiotici e resistenza agli antibiotici sia nell’uomo sia negli animali destinati alla produzione di alimenti.
EFSA conclude: “…per contrastare la resistenza agli antimicrobici occorre un approccio OLISTICO e multisettoriale che coinvolga diversi settori (medicina umana, medicina veterinaria, ricerca, zootecnia, agricoltura, ambiente, commercio e comunicazione)…”[leggi dal sito ufficiale].
Questo approccio olistico manca completamente nell’agricoltura industrializzata, mentre è alla base dell’agricoltura biologica e naturale, quella praticata dalle piccole aziende dagli agricoltori e i contadini che curano la loro terra senza sfruttarla.
I grandi numeri negli allevamenti intensivi, le monocolture, le monosuccessioni colturali impediscono l’applicazione della visione olistica della produzione agricola, che spesso si riduce ad una sola e unica fase di produzione, in cui la terra rappresenta solo ‘un substrato’. e dove l’operatore agricolo non conosce nemmeno il processo che sta a monte e a valle del proprio ‘pezzo di produzione’. Proprio come in una catena di montaggio.
Il secondo argomento all’ordine del giorno al G20 è Il cambiamento climatico.
Così recita il trafiletto di presentazione del seminario sul sito ufficiale: “E’ una delle più grandi sfide del nostro tempo e i suoi impatti negativi indeboliscono la capacità di raggiungere uno sviluppo sostenibile e minacciano la resilienza (sostantivo diventato di gran moda dal governo Draghi in poi, N.d.r.) del settore agricolo. Per questo motivo, sono necessari un forte impegno politico, investimenti nella ricerca e il trasferimento dei risultati agli agricoltori affinché essi possano trovare strategie e soluzioni efficaci per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico”
La stragrande maggioranza degli esperti individua nell’agricoltura “industrializzata” e nell’allevamento intensivo una delle cause principali dell’emissione in atmosfera di gas serra: Lo sostiene, ad esempio, un documento che trovo nel sito ufficiale della Confederazione Svizzera: “i più importanti [fattori che concorrono all’emissione di gas serra] sono il metano (CH4), il protossido di azoto (N2O) e l’anidride carbonica (CO2). Essi derivano dalla digestione dei ruminanti, dai concimi azotati o dalla combustione di carburanti e combustibili fossili per macchine ed edifici agricoli. La CO2 viene anche assorbita o liberata dai terreni agricoli tramite il loro utilizzo (lavorazione del suolo, concimazione, avvicendamento delle colture)” [Qui].
Se guardiamo all’Italia, l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) valuta che il settore agricoltura concorra per il 7% circa alle emissioni nazionali di gas serra, al 94% delle emissioni nazionali di ammoniaca. Sempre l’ISPRA sostiene che esistono delle tecniche agricole che ne permettono una sensibile diminuzione, purtroppo “a differenza di altri settori, le emissioni derivanti dall’agricoltura, proprio per la peculiarità del settore, cioè di produrre cibo, sono in parte incomprimibili e pertanto diventerà sempre più rilevante il contributo di questo settore alle emissioni di gas serra”. https://www.isprambiente.gov.it/it/archivio/eventi/2020/04/il-quadro-emissivo-in-italia
Peculiarità del settore”? “Emissioni incomprimibili” ???
In realtà la produzione di cibo nei Paesi avanzati (G20) è ampiamente superiore alla domanda. A dispetto dell’enorme quantità di spreco alimentare nelle società cosiddette avanzate, c’è lo strozzinaggio che la rete commerciale che la GDO (Grande Distribuzione Organizzata) impone ai produttori agricoli in generale per raggiungere un reddito decente dell’impresa.
P- per inciso, dalla fine degli anni 80′ non si parla più, infatti, di contadini, ma di imprenditori agricoli, che possono anche non sporcarsi le mani con la terra, ma strizzano il lavoro degli operai agricoli i dipendenti e vivono sul profitto dell’impresa – che li obbliga a produrre sempre maggiori quantità di prodotti che devono vendere a prezzi sempre più bassi.
Insomma, una impresa agricola industrializzata funziona nel medesimo modo di una impresa industriale.
Al ricatto del prezzo di mercato si ribellano gli agricoltori della rete Genuino Clandestino e Terra Bene Comune . Dicono No alla logica del profitto, allo sfruttamento della Terra, degli animali, e delle persone: i lavoratori, gli operai agricoli. E vogliono essere ascoltati e riconosciuti, chiedono spazi di terra e di vita.
Sabato 18 settembre alle ore 13,00 i contadini libertari di Genuino Clandestino e Mondeggi Bene Comune, insieme ai simpatizzanti della Terra e ai difensori della Natura, si troveranno in Piazza Poggi a Firenze per dire basta alle falsità dei 20 grandi della Terra e riaffermare il diritto ad un’agricoltura veramente rispettosa della Terra, ad un cibo sano non malato all’origine, a una vita in armonia con la natura. La marcia partirà alle 14,00.
Su questo quotidiano potete leggere il testo integrale dell’Appello dei contadini libertari che convocano la Marcia per la Terra [leggi Qui].
“Per partecipare alla Marcia – scherza uno dei giovani organizzatori – non è però necessario essere un contadino, lavorare la terra o coltivare un orto. La Marcia è aperta a tutti, perché la salute, l’ambiente e la giustizia sociale riguardano tutti.”.
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Marina Carli
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