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Pier Francesco Betteloni

Pier Francesco Betteloni, originario di Bonn (Germania) e discendente da una famiglia antica di poeti, da diversi anni a Ferrara, è noto letteralmente come poeta di strada, una sorta di on the road 2.0. Da oltre un decennio anima periodicamente la città estense con numerose azioni poetiche performative, che mette in scena anche nel resto d’Italia. Una ‘tour-vita’ poetante non stop, che evoca la grande stagione della beat generation o dei contemporanei poeti-writers.
Ha partecipato e partecipa a vari Festival e inaugurazioni culturali: Buskers Festival, Festival Celtici, Festival Medioevali. La Nuova Ferrara l’ha definito “il poeta della gente”.

Da alcuni anni protagonista a Ferrara, come poeta contemporaneo e animatore, gli proponiamo uno zoom retrospettivo. “Da quindici anni vivo a Ferrara, città che amo molto – afferma -. Da undici anni cerco di far vivere nei cuori dei ferraresi, la poesia. Sono discendente di una antica famiglia di poeti, ho avuto nonno, bisnonno e trisnonno poeti, amici di Carducci, Aleardo Aleardi, Govoni, e di altri poeti. Sin da piccolo creo poesie e da undici anni vivo creando poesie per la gente, attraverso le quali cerco sempre di dare un poco di speranza, di positività, di felicità. Ho partecipato a molte iniziative a Ferrara e nei dintorni, dal Buskers Festival al Bundan, alla Giostra del Monaco, al Made in Fe: con i molteplici significati dei colori, di carte e inchiostri, che faccio sceglier, abbinati alla fisiognomica, estrapolo i vari significati, e con empatia, creo una poesia in cui gioie, sofferenze, dolori, speranze, delle persone, prendan vita in modo… felice, per crear un sorriso, una speranza, una lacrima di gioia”.

La sua poetica e il suo stile di vita poetico evocano la leggendaria stagione della Beat Generation… “L’arte della Street Art Poetry nacque in America attorno agli anni Cinquanta – precisa – con artisti del livello di Jack Kerouac e Allen Ginsberg, io non posso esser paragonato a loro, ma come loro amo crear la poesia per chiunque. In Italia, come ben sapranno i lettori, fino al 1800 e anche oltre, i poeti erano anche in strada, pronti a creare emozioni, io cerco da molti anni di far lo stesso, facendo tornar in vita una delle cose più belle: la poesia di strada. Comunque, ai poeti americani degli anni Cinquanta si deve la creazione di alcune delle più belle poesie, sociali, di lotta, come fossero una rivoluzione, vorrei avvicinarmi a quanto facevano con il mio stile. Uno dei poeti che amo di più dell’epoca era senz’altro Jack Kerouac”.

Info: http://it.blastingnews.com/cultura-spettacoli/2016/01/pierfrancesco-betteloni-la-poesia-delle-citta-aperte-00726685.html

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Roby Guerra



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