LA STORIA
Il ristorante delle vite ritrovate
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Ci sono tornato e le emozioni sono state le stesse. Il ristorante Vite di San Patrignano è un posto magico; non solo mangi molto bene, ma ti ritrovi in una bella atmosfera di collina in cui prevalgono i sorrisi dei ragazzi che ti servono con gli occhi che dicono “c’è l’abbiamo fatta”. Sarà banale, ma ritrovare dei sorrisi sinceri sta diventando sempre più raro e se poi dietro si nasconde una storia difficile diventa un fantastico soffio di ottimismo.
Le loro vite hanno ritrovato un senso e un futuro che non si aspettavano. Hanno rinnovato anche lo spaccio , un posto dove si possono comprare prodotti di particolare interesse tra cui formaggi, vini (consiglio l’Aulente ) e salumi vari. Si mangia anche una ottima pizza e si fanno piacevoli aperitivi. All’ingresso un tappetino in cui al posto del solito welcome hanno scritto “rispetto”. Una bella parola che abbiamo spesso dimenticato e di cui invece servirebbe un grande ritorno.
Del ristorante ho già parlato un anno fa [leggi su Ferraraitalia], ma mi piace l’idea di riproporvi questo approdo. A cena, al tramonto, tanti piatti tra cui la novità dell’uovo impanato alle erbe aromatiche, con cestino di pane, asparagi e crema di ricotta al limone; una novità è il lepriglio che non sapevo esistesse (un animale frutto di incrocio fra lepre e coniglio) in porchetta.
Come al solito io mi diverto a guardare le persone e ho notato (ovviamente nella mia immaginazione) tanti altri strani incroci: le farolline (faraone-galline) vestite alla moda e tutte impegnate nel farsi guardare; i pavongalli (ovviamente incroci tra pavoni e galli) che sono il corrispettivo maschile; qualche aquiltoio (aquilottero-avvoltoio) che si presenta con un grosso macchinone e si vanta di essere un furbo evasore; e infine i picciondrilli (piccioni-mandrilli): coppiette con grandi programmi di amore dopocena. Fatemi sapere se trovate altre specie di umanità animale da citare.
Una piacevole serata, in cui in fondo capisci che ci vuole poco qualche volta per stare bene e sperare in un futuro migliore. Buon ferragosto a tutti.

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Andrea Cirelli
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani