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LA STORIA
Si vendono sogni…

Articolo pubblicato il 21 Gennaio 2015, Scritto da Simonetta Sandri

Tempo di lettura: 2 minuti


da PIETROBURGO – Irina e Anna passano le loro lunghe giornate nella stessa piazza pietroburghese, una di fronte all’altra, una simile all’altra. Sono lì da vent’anni ormai, tutti i giorni, ogni giorno, sempre uguali, sempre gli stessi vestiti, stessi guanti, calze, scarpe, berretti e pensieri. Un grande ombrello a righe le ripara da sole, pioggia neve, sempre lui, sempre lo stesso, imperterrito, forte e sicuro. Quando una tossisce, l’altra la segue, quando una mangia, l’altra fa lo stesso, quando una parla, l’altra replica. Vendono escursioni, il sogno romantico di molti turisti che cercano nella Neva un momento di libertà, un’evasione a lungo attesa dalle preoccupazioni quotidiane. Il corpo si alleggerisce, e di riflesso la mente, un’atmosfera ideale per riconquistare armonia e pace. Irina e Anna ormai riconoscono da un primo sguardo le coppie di innamorati pronte a imbarcarsi per le loro escursioni. Un cenno fra di loro e via, si spartiscono i clienti, in una complicità indescrivibile capace di orientare giovani e anziani verso l’una o verso l’altra. I maestosi palazzi sfileranno sotto gli occhi attenti dei turisti disponibili solo a immagazzinare luci e sogni. Il brillio di vetri e palazzi, sulle sponde del fiume, accarezzerà la sera di quelle coppie, lo sfavillio delle pareti degli edifici e dei negozi riccamente addobbati risveglierà le loro mattinate ancora addormentate. Promesse di buonumore, di magie inattese, di favole da raccontare e da immaginare, di note dolci da ascoltare, di momenti da ricordare, questo sono le parole di Irina e Anna, le due anziane signore che ci accolgono a braccia aperte. Il vento del battello sarà quasi un piccolo lifting al nostro viso stanco e disilluso, un alito di natura che spettinerà i nostri pensieri un po’ provati. Siamo tutti più belli se respiriamo l’aria del fiume e del suo ondeggiamento leggero, quasi a disintossicarci da tanto fumo e veleno che ci avvolgono negli ultimi tempi. Le strade inquinate ci soffocano, la fretta spesso inutile ci affanna, abbiamo bisogno dell’abbraccio avvolgente del fiume per rilassarci un po’ e ricominciare. Apriamo le nostre menti, allora, accogliamo la brezza che ci suggerisce e sussurra qualcosa, espandiamo i nostri orizzonti scoprendo anche le virtù del saper ricevere e donare e la dignità della natura. Non corriamo, fermiamoci un momento, come se fossimo un profumato ed elegante fiore di loto. Quel fiume sarà una sorgente di luce e d’energia, almeno per un po’, per noi uomini e donne maturi ma spesso un po’ persi e confusi. E Irina e Anna questo lo sanno bene. Ecco perché sono lì, da sempre, a vendere sogni. Un biglietto, e via, missione possibile.

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani