La stampa locale sulla liberazione del centro storico
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SONDAGGIO DEL CARLINO 29 gennaio 2011
Mercato del venerdì: meglio in piazza o sul montagnone?
SEI FAVOREVOLE O CONTRARIO AL MERCATO IN PIAZZA?
Ferrara, 29 gennaio 2011 – I ferraresi hanno molto a cuore il loro centro storico e il trasferimento, ormai decennale, del mercato, dal ‘muraglione’ al listone, è argomento ancora sentito. Non tutti infatti, anche a distanza di tempo, sono concordi nell’affermare la positività di quello spostamento. A più riprese i commercianti ambulanti hanno contrastato la volontà di alcuni cittadini, che avrebbero preferito rivedere i banchetti nel luogo di permanenza precedente, reclamando al sindaco il loro diritto a restare nelle vicinanze del duomo; questo perché pagano ingenti tasse per la permanenza lì.
Avendo ricevuto in redazione una serie di lettere in cui erano presenti, ancora oggi, pareri contrastanti sulla permanenza del mercato del venerdì sul listone, siamo scesi in strada, tra la gente, a chiedere direttamente chi fosse favorevole o meno al mercato in piazza e perché. La signora Angela Calovi è favorevole al mercato in piazza. Laura Fava, intervenendo nella conversazione, aggiunge: «Stare al mercato, di venerdì, è come essere all’interno di un circolo; è molto bello».
«È comodo per chi abita in centro perché è facilmente raggiungibile», ci riferisce la signora Grazia Maietti.
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Articolo della Nuova Ferrara 8 marzo 2013
“Il mercato del venerdì fuori dalla piazza”
Proposta di Rosa (Pdl) votata all’unanimità dal consiglio della Circoscrizione 1 I commercianti dell’Anva si ribellano: dopo il sisma siamo già stati ridimensionati
Via le bancarelle del mercato cittadino del venerdì da piazza Duomo e dal Listone. In pratica, la sede dovrebbe ricalcare quella del lunedì, mettendo come limite la torre di corso Porta Reno. E’ la richiesta all’amministrazione comunale fatta dalla Circoscrizione 1, che nella seduta consiliare di mercoledì sera ha approvato all’unanimità un ordine del giorno proposto Leonardo Rosa (Pdl). La ragione per l’auspicato spostamento? Quella del decoro e della valorizzazione dei principali monumenti della città, Castello e Cattedrale in primis.
«Il venerdì è giorno in cui Ferrara riceve, fortunatamente, molti turisti – spiega Rosa -. Avere tante bancarelle decisamente poco omogenee tra loro, davanti al sagrato del Duomo, sotto il castello Estense e spesso anche lungo corso Martiri della Libertà non fanno bene all’immagine della città, specie a chi si vuol portare a casa anche solo una foto ricordo delle bellezze del nostro centro». Per il presidente della Circoscrizione, Girolamo Calò, «nella discussione ha prevalso il buon senso: in fondo il mercato del venerdì, con la sua novantina di banchi, è più snello di quello di inizio settimana, che conta circa 200 ambulanti. E poi le bancarelle rimarranno comunque in centro storico, non parliamo assolutamente di spostarle alla Rivana». Il provvedimento non vuole nuocere alle categorie commerciali. «Abbiamo il dovere di salvaguardare gli interessi di tutti – aggiunge il consigliere Rosa –, quelli degli ambulanti che hanno diritto a un mercato in centro, quelli degli esercenti per i quali il bacino di utenza del mercato offre occasioni di vendita, e naturalmente quello dei turisti e di chi opera in questo settore per garantire di godersi i monumenti che rendono Ferrara famosa nel mondo come perla rinascimentale». La proposta circoscrizionale non è vincolante e quindi spetterà al consiglio comunale pronunciarsi nel merito, su una questione di cui tra l’altro si dibatte da anni, e provare a sciogliere i nodi. Intanto non si è fatta attendere la presa di posizione risolutamente contraria da parte dei rappresentanti degli ambulanti: «Non so se ridere o prendere di petto la cosa – sostiene Pier Carlo Baglioni, presidente di Anva-Confesercenti -. Dopo il sisma, abbiamo già ridimensionato almeno del 30% il mercato del venerdì e tutti i criteri di sicurezza sono rigorosamente rispettati. Si parla tanto di voler incentivare il commercio: questo non mi sembra proprio il modo migliore, la proposta denota un atteggiamento piuttosto snob. Poi non lamentiamoci se il passo successivo sarà l’abbandono da parte delle imprese nostrane e l’aumento di quelle gestite da extracomunitari. Se convocati – chiude Baglioni -, andremo volentieri a parlare con l’assessore Marescotti e le ribadiremo la nostra contrarietà».
Fabio Terminali

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Redazione di Periscopio
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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani