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Sul litorale ostiense, a pochi passi dall’ultima fermata del trenino del mare che collega la costa alla capitale, tra la sabbia scura e più di duecento posti con sdrai e ombrelloni, è situata “L’Arca” di Ostia, uno stabilimento balneare gestito dalla Cooperativa Sociale Roma Solidarietà e ispirato alla Caritas Diocesana di Roma aperto a turisti, famiglie e bambini ma incentrato soprattutto sull’accoglienza di anziani, perlopiù soli, divisi tra i vari municipi di residenza. Un bagno pensato in modo tale da far accedere ai classici servizi presenti negli stabilimenti marittimi anche chi, per tanti motivi, altrimenti non riuscirebbe. E i “clienti” hanno così la possibilità di usufruire di molteplici servizi ad un prezzo ridotto, comprensivo di colazione, pranzo e svariati servizi di ricreazione ed animazione.
Gli anziani soli, come già anticipato, sono gli ospiti più numerosi dello stabilimento: una sensibile parte della popolazione romana (e non solo) che troppo spesso viene dimenticata e trascurata e che, grazie a realtà come l’Arca, trova il giusto mezzo per riemergere e tornare a gustarsi quelle piccole cose come un bagno in mare, un ballo di gruppo, un pasto in compagnia, cose sulla carta normali ma, al contrario, per chi vive in solitudine tutto l’anno, preziose occasioni per tornare a vivere veramente. Ed ecco che un torneo di briscola o scala diviene una lotta all’ultimo sangue, il tombolone una bolgia anche solo per un misero ambo, la partita a bocce rigorosamente uno scontro tra laziali e romanisti; si vede in questi semplici momenti come gli anziani dell’Arca, in queste poche giornate di mare, recuperino mesi di silenzi, di voglia di parlare, di urlare, di litigare, di rispolverare una vitalità apparentemente perduta. La vita frenetica e troppo spesso anonima classica delle metropoli diviene così, anche se per poche ore, un ricordo lontano.
Per quanto riguarda la parte organizzativa, insieme ad un instancabile staff di cuochi, baristi, spiaggisti ed animatori, sono i volontari il vero polmone dello stabilimento, tantissimi, giovanissimi e provenienti da ogni parte d’Italia, disponibili ovviamente a godersi giorni di mare in compagnia ma anche e soprattutto pronti a mettersi in gioco ed aiutare gli ospiti anche semplicemente con una chiacchierata o con un saluto. A loro il compito di organizzare la giornata, dall’accoglienza mattutina una volta arrivati i pullman al servire il pranzo, dal preparare la spiaggia al camminare tra gli sdrai per parlare e bere un thé freddo con gli anziani. Un modo sicuramente diverso di vivere quella che a tutti gli effetti è una vacanza, ma che trova nel giusto mix tra lavoro e divertimento nello stare a contatto con persone desiderose di manifestare tutto il loro entusiasmo, un’occasione per trascorrere giornate intense e produttive, toccando con mano situazioni che a noi paiono lontane e in grado di aprire mente e cuore.
Una bella realtà ed una scelta che, nonostante rimanga un servizio di assoluta gratuità (ed in quanto tale fine a sé stesso, da non sbandierare con vanto ma al contrario un modo tacito di arricchirsi e arricchire interiormente) può essere tuttavia un monito per tanti altri giovani, un sano esempio da seguire e, se possibile, emulare affinché in tanti scoprano la bellezza del servizio. Perché in fin dei conti, come recita lo slogan stesso presente all’ingresso dello stabile, l’Arca è un “Alternativa per tutti”. Nessuno escluso.

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Andrea Vincenzi



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