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Da: Anna Fiorini

Anche se molti fanno finta di non accorgersene, nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nei centri di aggregazione sociale,è in atto,da parte di esponenti e militanti delle liste che sostengono Bonaccini, una subdola e sotterranea campagna di delegittimazione (per non dire di peggio) di chi sostiene i candidati delle liste che, a sinistra,hanno scelto di non appoggiare il governatore uscente, ora benedetto anche da Mons. Zuppi, alla faccia dei valori laici.
In parole povere chi osa dire che vota per la Collot (come nel mio caso) per Lugli o per Benini viene tacciato di essere un “amico del giaguaro”, una quinta colonna di Salvini, un traditore prezzolato, un venduto o – nel migliore dei casi – uno sprovveduto che fa il gioco della destra.
Io stessa sono stata accusata di essere una criptoleghista o, quanto meno, una “utile idiota” per aver affermato pubblicamente che darò il mio voto a “Potere al popolo”. Per il “voto utile” a Bonaccini dovrei sacrificare le mie idee e la mia visione del mondo!
Trovo tutto ciò inaccettabile e vergognoso. Il vero coraggio ce l’ha chi da sinistra sfida apertamente Bonaccini e il suo potente apparato, non certo liste di comodo che magari hanno la spudoratezza di definirsi “coraggiose” ma sostengono nei fatti un sistema di potere cristallizzato ed autoreferenziale, che ha consentito in 75 anni di governo la cementificazione del 10% dell’intero territorio regionale (dati Coldiretti). Come ha ben detto Paolo Ferrero,un autentico uomo di sinistra (già segretario di Rifondazione Comunista),coerente ed onesto che ha rinunciato alle poltrone in nome della coerenza, Salvini e Bonaccini sono differenti nella forma ma praticamente eguali nella sostanza. Hanno scordato gli ultimi e i deboli, preferendo dialogare (e si tratta di un eufemismo) con i “poteri forti”, dimentichi di quelle che un tempo si definivano “classi subalterne”.
Per questo è opportuno, a mio avviso, che ci sia chi li vuole sfidare da sinistra, testimoniando lealtà e coerenza verso quegli ideali, ora prudentemente messi in soffitta dal PD come inutile roba vecchia,che sono sempre stati un patrimonio della sinistra stessa.
Durante la guerra civile spagnola gli stalinisti (che a mio modo di vedere hanno ucciso l’ideale marxista originario, nel quale io mi riconosco) diffamarono i dirigenti e i militanti del P.O.U.M. (Partido Obrero de Unificacion Marxista), di orientamento totzkista, accusandoli di essere al soldo di Franco,venduti e traditori. Sulla base di prove false finirono quasi tutti incarcerati o fucilati. E anche gli anarchici fecero una brutta fine, come accadde a Camillo Berneri, assassinato dagli emissari di Stalin insieme a Francesco Barbieri. Il povero Trotzkj,poi, colpevole di aver denunciato i crimini di Stalin,venne ucciso in Messico nel 1940 da un sicario della polizia segreta sovietica (NKVD).
Ora vedo che la tecnica diffamatoria e le accuse di “intelligenza con il nemico” sono le stesse, ovviamente adattate all’attuale contesto e alle nuove forme di comunicazione. Ma la sostanza non cambia.Dovremmo essere tutti “allineati e coperti”, pronti a cantare le litanie in lode del Beato Stefano Bonaccini!
Chissà se fra un po’ circoleranno documenti che “proveranno” la collusione di Paolo Ferrero con Salvini e la Meloni… Meno male che non siamo nella Spagna della guerra civile, se no Ferrero, Benini,Lugli e la Collot verrebbero messi al muro senza tanti complimenti. Magari assieme alla sottoscritta, fra l’esultanza dei “leoni da tastiera” che supportano vilmente la diffamazione politica di chi crede ancora in una sinistra degna di questo nome.

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