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Ferrara film corto festival

Ferrara film corto festival


E’ durissima essere giovani. Oggi sicuramente: disoccupazione, incertezza, il Pianeta in pericolo, e chi più ne ha più ne metta.
Oggi, ma anche ieri e l’altro ieri. Nel secolo presente, come nel precedente.
Quando sei giovane ti senti ripetere due cose, continuamente, sempre quelle due cose.
Una carezza: “I giovani sono il nostro futuro….dobbiamo puntare sulle giovani generazioni… dobbiamo consegnare ai giovani un mondo più decente di quello attuale…. “
E un cazzotto: “ I giovani se ne fregano, sono disinteressati e irresponsabili, sono edonisti ed egoisti, sono solo capaci di far casino, bevono, si drogano…”.
Della difficile, complessa, problematica, drammatica condizione giovanile, gli adulti sono anche disposti a prendersi la responsabilità. A parole, naturalmente. Segno che si tratta di un semplice esercizio retorico, una captatio benevolentiae, un ritornello lavacoscienza.
Il risultato è che, alternativamente “i giovani sono belli” oppure “I giovani sono brutti”. Secondo l’occasione, il fatto di cronaca, l’ennesima indagine Censis .
In realtà i giovani non sono né belli né brutti. E’ però in atto una strategia, conscia o inconscia, per tagliarli sempre più fuori dalla società. “Voi state fuori, che prima o poi risolveremo tutto”.
Ad esempio. C’era una volta – ma è passato solo un anno – un movimento nazionale impetuoso, tutto giovanile, che aveva mobilitato coscienze e riempito le piazze. Il movimento delle sardine, che aveva eccome mosso le acque, sembra oggi disperso. Si è scontrato con “il mondo della politica”, con i corteggiamenti di questo o quel partito, con la necessità di schierarsi, con l’urgenza di “prendere una posizione pubblica”.
L’eclissi (non sappiamo se permanente) del movimento delle sardine mette in piena luce la grande forza e la impermeabilità della politica italiana, l’ incapacità dei partiti – anche di quelli progressisti – di aprirsi a modalità, contenuti e linguaggi nuovi: quelli appunto portati avanti dai giovani. Se le Sardine rappresentavano un abbozzo di “Nuova Politica”, La Vecchia Politica è riuscita a disinnescare la minaccia e si è riproposta tale e quale.
Ecco quindi che agli italiani – anche ai giovani italiani – viene proposto un Referendum populista e mal congegnato, dove tutti i partiti (compreso il Partito Democratico che si era detto contrario) invitano a votare sì. Per un’unica “vergognosa” ragione: perché i Sì stravinceranno (secondo i sondaggi) e quindi occorre essere tra i vincitori. E salvare un governo eternamente traballante. Il resto non conta.
Parlo con i miei figli. Parlo con i giovani. Molti non andranno a votare. E faccio fatica a dargli torto. La politica, questa politica. Non c’entra nulla con loro. Loro sono fuori. Ai margini. Come sempre.
Anche Ferrara, mentre dura la nuova amministrazione leghista, i ragazzi, e anche i bambini, sono spinti sempre più ai margini. Mentre, seguendo il metodo Naomo, piazze e giardini devono essere messi in sicurezza contro i vandali della movida, il Comune di Ferrara avrebbe deciso di abolire uno storico e seguitissimo appuntamento per i bambini e per le famiglie. ‘Estate Bambini’ quest’anno non si farà.
Dare la colpa al Covid è l’ultima scusa per mettere i giovani ai margini. Del futuro. E del presente.

Ferrara film corto festival

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Francesco Monini

Nato a Ferrara, è innamorato del Sud (d’Italia e del Mondo) ma a Ferrara gli piace tornare. Giornalista, autore, infinito lettore. E’ stato tra i soci fondatori della cooperativa sociale “le pagine” di cui è stato presidente per tre lustri. Ha collaborato a Rocca, Linus, Cuore, il manifesto e molti altri giornali e riviste. E’ direttore responsabile di “madrugada”, trimestrale di incontri e racconti e del quotidiano online “Periscopio”. Ha tre figli di cui va ingenuamente fiero e di cui mostra le fotografie a chiunque incontra.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it