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Mostra di Daniela Carletti, Sulla via degli aironi. ‘Prove di danza’ di Caterina Tavolini, 30 maggio 2015

Con le ali aperte sul mondo incorporeo, una macrofarfalla ci viene incontro a ritmo di danza, mentre uno stuolo di piccole ‘butterflies’ vola frusciando lentamente. Tutto intorno è aria e luce soffusa, nell’ampio spazio dell’Open box del Magi900 a Pieve di Cento.
Arrivare dalla campagna assolata, tra filari di alberi secolari, case padronali e campi coltivati con sapienza antica al museo delle eccellenze artistiche e storiche, un contenitore super moderno nato dalla volontà di Giulio Bargellini, noto imprenditore e instancabile filantropo, collezionista e mecenate, è come immergersi nelle radici stesse della tradizione dell’opulenta e laboriosa pianura emiliana.
Il Magi non è solo un museo o una galleria d’arte: è una cittadella polivalente di vita culturale pulsante, immersa nel verde, dove le arti (pittura, scultura, poesia, ecc.) si incontrano dando origine a ‘performance’ non solo artistiche ma anche didattiche e ricreative (ci sono biblioteche, sale convegni, di lettura, un fornito bookshop, caffè, bar, secondo una progettualità museale delle più avanzate).

In questa oasi di benessere culturale che possiede anche un nucleo stabile di opere di artisti del XX secolo, da Casorati a Burri, da Boccioni a Giò Pomodoro, è in corso la bella mostra di Daniela Carletti che nello spazio Open box rievoca “una stanza natura, dove sembra di sentire una sottile sintonia con le creature che popolano paesaggi rarefatti al limite del fiabesco”.

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Sulla via degli aironi, 2014, cm.195×215
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Farfalla nel blu 2013, cm. 195×205
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La notte dell’Elfo, 2014, cm.200×200

Tredici sono le tele (senza telaio) esposte e appese alle pareti coma arazzi. Le ampie dimensioni, la capacità tecnica manuale con cui la carta giapponese è trattata, l’uso del colore e del disegno tipici dell’arazzo orientale, conferiscono uno speciale tono di raffinatezza e preziosità, tanto che lo spazio espositivo suscita ammirazione e stupore. Senza rinunciare agli effetti visivi che gli accostamenti cromatici delle tele possono sprigionare, ma, al contrario, accostando opere di tono decorativo come i pannelli con le farfalle a opere narrative – e mi riferisco a “Sulla via degli aironi” e “Alla notte dell’elfo” – più dinamiche nel racconto a sfondo naturalistico, l’evidente empatia fra l’artista e la natura nelle sue forme lineari e arcadiche è la protagonista assoluta di un dialogo che Daniela Carletti mai ha interrotto ma anzi ha perfezionato.
Così lo schema compositivo basato sul raccordo tra vegetazione e figure di animali (farfalle, airone, elfo) non è sperimentato dal vero ma frutto di un gioco di invenzioni e all’interno di esso di una ricerca di significati non allegorici quanto valoriali.
Le più recenti prove di Daniela esposte al Magi900 costituiscono un elogio della leggerezza e dell’armonia, atteggiamenti dello spirito che, come le alte canne dalle foglie laminate ‘leitmotif’ delle sue opere, si possono trovare ovunque scorra una vena d’acqua. Ma occorre lasciare libera l’immaginazione e trasmettere emozioni.

Daniela Carletti, Sulla via degli aironi
Open box, museo Magi900, Pieve di Cento

 

 
Note Biografiche (dal sito del Museo MAGI900)
Daniela Carletti è nata a Ferrara dove, dal 1979 al 1989, ha frequentato corsi privati di pittura, grafica, acquerello e scultura.
Dopo esperienze nel campo della scultura con materiali diversi (terracotta, fili di ferro, vetroresina, gesso), dai primi anni ’90 ha iniziato una personale ricerca che, utilizzando la terra creta come matrice e attraverso una lenta evoluzione, l’ha portata ad elaborare un risultato d’immagine personale con tecniche e materiali tradizionali.
Nascono così opere nelle quali le erbe e le canne da lei stessa raccolte sull’argine del fiume, vengono trasformate in rilievi di gesso. Il tema è quello della natura, e protagoniste del suo lavoro diventano le canne e le erbe selvatiche che nella loro semplicità, se osservate con attenzione, ci possono stupire con la loro bellezza. Infatti anche in questo umile microcosmo possiamo cogliere lo spirito “sacro” della Natura. Sarà questa, d’ora in poi, la poetica espressa con il suo lavoro.
Dopo la frequentazione di corsi di grafica presso i laboratori della Corte della Miniera, vicino ad Urbino, e utilizzando i suoi rilievi in gesso, ha iniziato a sperimentare altre tecniche con l’uso di carte giapponesi .
Nel 2011, dopo molte mostre personali e collettive in Italia e all’estero, è stata invitata a partecipare alla Biennale di Venezia, 54° Esposizione Internazionale d’Arte, Padiglione Italia, regione Emilia Romagna.
Nel 2013, invitata da Kurt Blum, General Manager di Swiss Art Gate UAE, ha tenuto una mostra personale all’Emirates Palace, Mezzaluna, ad Abu Dhabi, poi, nel Gennaio 2014, una personale a Dubai, all’Artissima Art Gallery, con la quale da quel momento è iniziata la collaborazione, con esposizioni all’Ajman Saray Hotel in occasione del Grand Opening, al Centro del Ministero della Cultura di Umm al Quwain e all’Università di Sharjah, College of Fine Arts and Design.
Tra i prossimi eventi vi è in Maggio la partecipazione ad una mostra nella città di Fès in Marocco per la celebrazione del gemellaggio con la città di Firenze, seconda tappa dopo la mostra ospitata in marzo presso il Palazzo Rosselli del Turco a Firenze.

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Anna Maria Baraldi Fioravanti



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