LA SEGNALAZIONE
Le Sagre in Fiera: non solo gastronomia, ma sopravvivenza del territorio
Sabato e domenica la Fiera di Ferrara si trasformerà in una enorme cucina per ospitare il Salone nazionale delle sagre – Misen, che raccoglie le migliori sagre italiane.
In attesa di questo mega evento gastronomico, organizzato da Ferrara Fiere Congressi e dall’Associazione turistica sagre e dintorni, e che abbiamo già presentato sul nostro quotidiano [vedi], siamo andati a scovare la più antica sagra della nostra provincia e quella più recente, e abbiamo scoperto che sono nello stesso comune.
Di quali si tratta ve lo sveliamo tra un attimo, prima ci facciamo raccontare come si sono diffuse le sagre nel nostro territorio dalle parole di Loris Cattabriga, presidente dell’Associazione sagre e dintorni. “Le sagre si sviluppano soprattutto nelle piccole frazioni, per accogliere gli emigrati che ritornano a casa in occasione delle feste patronali, ma anche per tenere unita la comunità, e rafforzarla evitando proprio che si spopoli. Inoltre le sagre hanno preso vigore con la progressiva estinzione delle feste dell’Unità: venendo meno questo collante di tipo politico, sono rimasti gruppi di volontariato desiderosi di impegnarsi”.
La naturale confluenza di questi cittadini volonterosi di adoperarsi per il proprio paese è stata nella tante associazioni e proloco che animano la sessantina di sagre che si contano nella provincia di Ferrara. Quella che vanta le origini più antiche, come si diceva, è la Sagra dell’Anitra di Stellata. “Attraverso delle ricerche presso la canonica di Stellata – ci racconta Loris Calori dell’Arc Stellata ’97 che organizza la sagra – abbiamo visto che nel ‘500, quando è stata costruita la chiesa, si è iniziato a festeggiare la Madonna in piazza l’8 settembre. I signori locali assieme al clero, offrivano un pranzo ai poveri per sollevarli dalla miseria in quel giorno di festa. Questa tradizione è arrivata fino a noi trasformandosi in sagra, questa è la 556° edizione”.
Perché l’anatra?
“Stellata un tempo era una zona paludosa e c’era pieno di anatre, la cui carne era abbondantemente consumata assieme a quella di maiale. La Sagra dell’Anitra quest’anno si tiene dal 3 al 13 settembre con un’anteprima il 2 per il Gran Galà dell’Anitra dove studenti e cuochi dell’istituto alberghiero Vergani reinterpreteranno le nostre ricette”.
In che modo la sagra interagisce con la comunità?
“Tutti quelli che lavorano alla sagra sono volontari, e con il ricavato da sei anni stiamo riuscendo a tenere in piedi la scuola materna. Offriamo il servizio di trasporto da Bondeno e il pasto del mezzogiorno, così abbiamo invogliato i genitori a mandare i bimbi a Stellata, ora sono una sessantina. In questo modo la nostra frazione, che si era ridotta a 500 abitanti, sta riprendendo vita”.
Le sagre dunque non sono solo cibo e convivialità, ma anche un modo concreto per garantire la sopravvivenza delle comunità. Anche da un punto di vista economico, come dimostra l’ultima arrivata delle sagre ferraresi: la Sagra del tartufo di Bondeno, curiosamente confinante con quella dell’Anitra. “Rilanciando il tartufo delle nostre zone – ci spiega Mattia Bagnolati dell’Associazione Tartufai Bondeno Al Ramiol (che è il vanghetto usato per dissotterralo) – abbiamo rilanciato l’intero mercato che ci sta attorno”.
“Chi non conosce i tartufi delle anse del Panaro, detti tartufi della sabbiella, e chi non ne ha mai tartufato le taglietelle?” si chiedeva il Longhi nel secolo scorso.
“Negli anni – spiegano i volontari dell’associazione – il tartufo si è sempre più radicato nella tradizione culinaria bondesana trovando in Enzo Tassi, proprietario dell’omonimo ristorante, un profondo conoscitore del tartufo di Bondeno. Purtroppo dal dopoguerra ai giorni nostri, le nostre campagne e golene hanno visto via via perdere quegli ambienti favorevoli alla crescita del tartufo perché l’agricoltura intensiva ha comportato il progressivo sradicamento degli alberi. Quindi quei cercatori che prendevano il treno a Bondeno, insieme ai loro cani, facendosi portare a Sermide per poi tornare a piedi per le campagne a cercar tartufi, hanno abbandonato l’attività di ricerca. Si è perso così un patrimonio storico culturale e anche economico che ha caratterizzato la storia di Bondeno per tanto tempo. Negli ultimi anni però, i racconti degli anziani e il rinvenimento di tartufi nei giardini di Bondeno hanno incuriosito e appassionato un gruppo di persone di varie età, riportando l’entusiasmo e l’interesse verso il tartufo”.
La Sagra del Tartufo quest’anno si terrà il 9, 10, 11, 16, 17 e 18 ottobre. In quei giorni verranno serviti piatti a base delle tipologie di tartufo rinvenibili da noi, che sono il tartufo bianco pregiato (Tuber Magnatum), il tartufo nero liscio (Tuber Macrosporum), il tartufo nero detto “invernale” (Tuber Brumale), il tartufo bianchetto (Tuber Albidum) e il tartufo nero “scorzone” (Tuber Aestivum).
Grazie ai proventi del ristorante, i volontari hanno piantato cinque ettari di alberi in area golenale, dedicando il bosco al loro socio scomparso Melara, detto Mel. “Un parte sono essenze autoctone per la produzione spontanea, mentre altre sono piante micorizzate. E’ un regalo al territorio che servirà a tenere viva la produzione di tartufo”.
La Sagra dell’anitra di Stellata e la Sagra del tartufo di Bondeno saranno entrambe presenti al Salone nazionale delle sagre, sarà bello gustare i loro assaggi facendosi raccontare le loro storie.

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Stefania Andreotti
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)