LA SEGNALAZIONE
“L’arte del recitar cantando amore”: madrigali al Ridotto del Teatro Claudio Abbado
Tempo di lettura: 2 minuti
Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
cercar non so, ch’Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io collui.
(Francesco Petrarca, Solo et pensoso)
L’amore: un solo sentimento, ma tanti modi diversi di viverlo e raccontarlo, non solo attraverso le parole, ma anche con la melodia e l’arte di ‘recitar cantando’.

“L’arte del recitar cantando amore” è, infatti, il titolo del pomeriggio musicale ideato e proposto al Ridotto del Teatro Comunale Claudio Abbado dal tenore Raffaele Giordani martedì 15 marzo alle 17 (Ingresso libero).
Raffaele, insieme al soprano Miho Kamiya e agli gli strumentisti Raffaele Vrenna (clavicembalo e concertazione), Franco Sartori (liuto), Matteo Sartori e Simone Baroni (violini), Martina Sartori (viola) e Roberto Cattani (viola da gamba), proporranno al pubblico un programma di madrigali a voce sola suddiviso in due parti. Nella prima composizioni di Girolamo Frescobaldi, Sigismondo d’India, Tarquinio Merula e Claudio Monteverdi alterneranno amore non corrisposto, amore giocoso e l’amore come ideale cui rimanere fedeli nonostante tutto e al di là di tutto. Nella seconda parte, invece, il protagonista sarà l’amore osteggiato dal destino, con il celebre “Combattimento di Tancredi e Clorinda”, tratto dall’Ottavo libro dei “Madrigali guerrieri et amorosi”: l’amore che non viene accettato, l’amore negato fino a diventare guerra, fino alla morte.
Se già i madrigali proposti nella prima parte del pomeriggio dimostrano uno stile ormai proiettato nel Barocco, “Il Combattimento” è a tutti gli effetti un madrigale rappresentativo in cui, in assenza di scenografia e di azione teatrale propriamente detta, alcune voci accompagnate da strumenti, incarnano comunque dei personaggi. Fu eseguito la prima volta nel carnevale del 1624 a Venezia a palazzo Mocenigo. Chissà se il pubblico si rese pienamente conto di aver assistito alla nascita di una “cosa nuovissima e destinata a essere registrata, palpitante e commovente quale si dimostra in ogni momento, come una delle grandi conquiste della storia musicale”, per usare la definizione dello storico della musica Alberto Basso.

Sostieni periscopio!
Redazione di Periscopio
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it