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LA SEGNALAZIONE
Io sono un temporale, tutta l’energia dell’eterno Jovanotti

Levate l’ancora, diritta avanti tutta questa è la rotta questa è la direzione, questa è la decisione.
Io sono un temporale.

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Ancora aeroporto di Roma Fiumicino, attendendo l’arrivo del mio sogno di futuro (questa volta aspetto e non parto). Mi imbatto nel libro di Jovanotti, mi attira subito il titolo, Gratitude. Lo compro. E poi amo le canzoni di Lorenzo, ancora di più da quando mi è stata dedicata “A te”, una canzone che ogni donna dovrebbe sognare di ricevere. Una melodia intensa, una dichiarazione d’amore unica, una forza che, scorrendo le pagine candide del libro che ho fra le mani, capisco bene da dove ha origine. Di Jovanotti amo poi l’energia, la passione, l’allegria, la profondità, la tenerezza, la dolcezza, la forza che ha dentro, quella che infonde, che trasmette con le note ma anche, e soprattutto, con le parole. Trasparenti come lui sa essere, frasi (s)composte da quel giovane stralunato che era (a mio parere che sembrava), dal poeta che è diventato (ma che a mio avviso già era). Sono frasi e pensieri di una purezza intensa, di una persona che, un po’ come me, non è mai la stessa, che ha il coraggio e la voglia di scrivere sempre una nuova canzone, di abbandonarsi al sogno ed alla sua energia guida, di lottare per quanto è giusto e bello, per quanto è forte, pulito ed immenso. Per l’amore, la sola cosa veramente importante della vita. E’ un “ammalato di vita” colui che dipinge note e righe, che percorre in bicicletta le campagne della Toscana, partorendo idee e scrivendo nell’aria, quasi disegnando magici cerchi concentrici. Mi ci immedesimo ancora, quando faccio la stessa cosa con la scrittura percorrendo giardini e parchi, volando su mille aerei attraverso mille nuvole e cieli. Un incrocio fra un poeta e un guerriero, innamorato delle sue Francesca e Teresa, tenero marito e padre, ragazzo dall’animo sempre vivo, impegnato nel sociale e riconoscente alla Terra Madre, l’Africa. Questo libro mi piace perché mi ritrovo nelle sensazioni vissute in Africa, nella percezione che quella terra ti cambia, e che, una volta anche solo sfiorata, ti influenza e condiziona nel modo di pensare, di rivedere le priorità, di capire il tempo, di accarezzare gli essere umani, la loro sofferenza e la loro gioia.

Nelle pagine di Gratitude, ritrovi, oltre ai 25 anni di musica di Jovanotti, la forza delle origini, dei battiti del ritmo e del cuore che su di esso canta, delle pulsioni della danza e della musica, della magia delle note e degli accordi, cogli l’energia allo stato puro. Lui con la musica, io, con modestia, nella scrittura. Ad entrambi arriva il lampo geniale ed autentico dell’ombelico del mondo, del pensiero positivo, della voglia di credere nei sogni, del non sentire la fatica quando si percorre il cammino in cui si confida. Entrambi viviamo nel desiderio forte, e talora feroce, del cambiamento perpetuo. Anche io, poi, ho avuto la percezione che con l’arrivo della mia metà, “fosse spuntata improvvisamente un’ala, o una ruota, o un nuovo paio di antenne aggiuntive, come se avessi scoperto una parte della mia vita che stava sigillata in qualche stanza e che lui (lei per il nostro autore …) mi ha aperto“…. “Un luogo dove il maschile e il femminile si incontrano“. Queste parole hanno sfondato il mio cuore, potrei averle scritte io se solo avessi potuto immaginarle. Quando desideri intensamente qualcosa devi capire cosa sei disposto a perdere, perché si deve essere consci, sempre, che si deve perdere qualcosa per conquistare il nuovo. Accettando la felicità. E io lo sto capendo, reinventandomi continuamente, anche perché “il mondo comincia ogni giorno“. Per fortuna. Grazie Lorenzo.

Jovanotti, Gratitude, Einaudi, 2013, pag. 176

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)