LA SEGNALAZIONE
Fotogrammi di una libertà conquistata a fatica
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Violentate, picchiate, costrette a prostituirsi, strappate alla propria terra e oggi protagoniste di un nuovo inizio. Ex schiave del Terzo Millennio in cerca di lavoro, dignità e vita con un passato da marciapiede o da badanti per forza. Da riscattare. Anche attraverso la creatività: sono loro ad aver scattato le tante immagini di Patchworks. The face of freedom is female, la mostra che ancora non c’è, nata dai laboratori fotografici organizzati gratuitamente dalle fotografe Ippolita Franciosi e Letizia Rossi in diverse città italiane tra cui Ferrara. “Il progetto di lavorare con le donne vittime di violenza e tratta è partito alla fine dell’anno e ora stiamo cercando attraverso una campagna di crowdfunding e con l’aiuto delle istituzioni di realizzare una mostra per la festa della donna l’8 marzo”, racconta Ippolita Franciosi.
Tre giorni di fotografia in studio e all’aria aperta, in tutto sei, sette ore, per lasciare emergere visioni, emozioni, sensazioni . “All’inizio è stato difficile comunicare e fare entrare nel progetto le donne che vi hanno preso parte, c’era diffidenza, non capivano l’utilità di un corso del genere – continua – Tanto per fare degli esempi, sono abituate a frequentare laboratori pratici di cucito, cucina, la creatività è ben lontana dai loro pensieri”. Come dire: vietato sognare, guardare, toccare. Vietato sentire e pensare. “Molte di loro, a Ferrara soprattutto nigeriane, hanno fotografato il cancello d’accesso a un parco pubblico. E’ successo lo stesso a Torino, a Reggio Emilia, a Pisa e Pinerolo dove abbiamo tenuto il laboratori – spiega – E’ come se avessero sentito il dovere di restare in disparte, se avvertissero l’impossibilità di accedere a luoghi per loro proibiti. Sono immagini interessanti anche dal punto di vista sociologico e, suppongo, da quello psicologico”.
Nel gioco di ombra e luce, del vedo e non vedo, impostato per scelta nella sezione ritratti, le fotografe dilettanti hanno catturato immagini bellissime. “A Ferrara abbiamo allestito lo studio nel Centro Donna e Giustizia, nell’occasione sono stati scattati ritratti nei quali non si vedono mai i volti, parlando di fotografia sembrerebbe una contraddizione, ma è stata una scelta a tutela della privacy, ciò non ha modificato il risultato del lavoro – spiega – Basta guardare le foto per capire quanto talento hanno alcune delle partecipanti la cui età media si aggira sui 25 anni”. Un’esperienza da moltiplicare, diffondere e soprattutto da mostrare. Ma non solo sui social network, dove su face book esiste già una pagina dedicata intitolata alla mostra, ma anche in luoghi concreti, gallerie reali dove incontrarsi, guardare e magari scambiare quattro chiacchiere tra persone con esperienze, culture e sensibilità diverse.
“Abbiamo bisogno di sponsor e dell’aiuto di chi è interessato a questi delicati temi per stampare le foto – spiega – L’ambizione del nostro programma sta nell’idea di veicolare la mostra nelle città dove si sono tenuti i laboratori abbinandola alle giornate contro la violenza sulle donne e la loro tratta”. Sarebbe una soddisfazione per le ideatrici del progetto e per le partecipanti. E tutto sommato una piacevole rivelazione per il pubblico, molto spesso all’oscuro dei meccanismi del commercio di esseri umani. “Pochi sanno dell’esistenza di un traffico di badanti”, dice la Franciosi a sua volta ritratta dalle “allieve”. “Mi hanno fatto delle foto meravigliose costringendomi a posare come io ho fatto con loro, per farmi provare le loro stesse sensazioni nel momento in cui suggerivo delle pose – conclude – E’ stato un confronto dal quale ho tratto una grande forza e durante il quale non sono mancati attimi di scoraggiamento per la difficoltà di trovare una sintonia immediata”.
Gli interessati a sostenere il progetto “Patchworks. The face of freedom is female” Progetto Patchworks. Freedom is female
Paypal: precas@women.it
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Monica Forti
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