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E’ uno di quei film drammatici, ma dominati dalla tenerezza e dai buoni sentimenti, uno di quei capolavori che fanno bene al cuore. Ambientato in un Giappone avvolto da candidi e delicati ciliegi in fiore, il cui profumo pare arrivare fino a noi da dietro lo schermo, ‘Le ricette della signora Toku’colpisce lo spettatore per la bellezza di luoghi e sentimenti e per la profonda compiutezza di riflessioni sulla vita che non si sentono ormai quasi più o che spesso non si ha il tempo o la voglia di fermarsi a fare.

La bravissima regista giapponese Naomi Kawase racconta la storia di un incontro formidabile, che tutti vorremmo fare nella vita, quello fra l’anziana Toku (Kirin Kiki) e il più giovane Sentaro (Masatoshi Nagase), costretto dai debiti a lavorare per una padrona capricciosa in un chiosco, a Tokio, che prepara dorayaki, tipo di dolce giapponese composto da due pancake, formati a partire dalla kasutera (un impasto simile al pan di spagna), e riempito al centro con l’anko, una salsa dolce rossastra ricavata dai fagioli rossi azuki.  Uno bel giorno il fruscio di ciliegi che paiono sussurrare un inno alla vita, gli porta Toku che, letto l’annuncio per un lavoro da apprendista nel chiosco, vuole proporsi per collaborare proprio con quel giovane dagli occhi tristi che dopo pochi giorni iniziare a chiamare teneramente “principale”. All’alba Toku cucina una marmellata di azuki, unica e deliziosa, parlando con quei fagioli, ascoltandoli nel loro cammino, accarezzandoli, come merita ogni pezzo di natura. Spettatrice la giovane Wakana (Kyara Uchida) che diventerà amica di Sentaro e Toku, lei e il suo canarino giallo in gabbia. Come loro. Grazie all’abilità culinaria dell’anziana, tutti vogliono quei deliziosi dolcetti ripieni di marmellata. Ma la gelosia degli altri non tarda a fare capolino. E la magia finisce.

Toku ha un problema alle mani: tutti ormai sanno che da giovane è stata colpita dalla lebbra e che per oltre 40 anni ha vissuto confinata in un sanatorio a margine della città dove ancora abitava. Qui però ci sono fiori e amici, oltre a tanta serenità. Qui c’è la vera vita. Quella fatta di sofferenza, ma anche di tanta amicizia, amore e rispetto. Complice spesso la luna e la sua bellezza trasparente. Sentaro e Wakana la vanno a trovare, spesso, fino a che un giorno tardano un po’. Toku se ne è andata, ma una registrazione con la sua voce porterà tante spiegazioni e la ragione di riscatto. Ecco che per Sentaro arriverà il momento di spiccare il volo. Anche grazie a segreti tramandati.

Le ricette della signora Toku, di Naomi Kawase, con Kirin Kiki, Masatoshi Nagase, Kyara Uchida, Miyoko Asada, Etsuko Ichihara, Giappone, 2015, 113 mn.

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.


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