da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna
La vicepresidente Elisabetta Gualmini: “Per Eco non bisognava guardare con paura le cose che cambiavano, le tecnologie che si evolvevano e le conoscenze che si contaminavano. Anzi, la sua capacita’ di tenere insieme conoscenze erudite sulla metafisica con il commento disincantato e spregiudicato dei programmi TV era il suo modo, davvero geniale, di convivere con gli opposti, di costruire ponti quasi inimmaginibili”.
Bologna – “Il tratto più caratteristico di Umberto Eco, era la sua capacità di essere moderno, di aver colto perfettamente il passaggio storico del suo tempo, la transizione piena a una cultura di massa, aveva capito il senso e il significato di una cultura popolare. Sapeva anche che la cultura in fondo e’ un piacere, un qualcosa con cui ci si puo’ divertire, non ‘un appesantimento gravoso da portarsi sulle spalle e da non usare mai.”
Queste le parole espresse da Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna intervenuta oggi, a nome della Giunta, nell’Aula dell’Assemblea legislativa per ricordare lo scrittore e intellettuale scomparso nei giorni scorsi.
“Eco – sottolinea ancora la vicepresidente – era capace di parlare con tutti, di non far mai pesare le proprie enciclopediche conoscenze, di trarre da ogni conversazione, da ogni uomo e ogni donna, un segno di interesse, un segno del tempo. Aveva capito che il cuore del mondo, il senso delle cose, non deve stare rinchiuso in una teca sacra a cui non ci si puo’ avvicinare, custidita da sedicenti intellettuali gelosi dei propri libri e delle proprie conoscenze che, con saccenteria odiosa, ragionavano su come dovessero andare avanti il mondo e le cose.”
“Per Umberto Eco – prosegue Elisabetta Gualmini – non bisognava guardare con paura le cose che cambiavano, le tecnologie che si evolvevano e le conoscenze che si contaminavano. Anzi – aggiunge – la sua capacita’ di tenere insieme conoscenze erudite sulla metafisica con il commento disincantato e spregiudicato dei programmi TV era il suo modo, davvero geniale, di convivere con gli opposti, di costruire ponti quasi inimmaginibili”.
“Il docente, lo scrittore, l’intellettule, il filosofo e il linguista – conclude Gualmini – ci manchera molto, sia a Bologna, la citta dei portici, delle aule e dei palazzi in cui si svolgono i corsi universitari, sia in Emilia Romagna, la terra che lo ha accolto per tanti anni e in cui ha potuto davvero “fare la storia della cultura.”
Elisabetta Gualmini rappresenta la Regione Emilia-Romagna alle esequie che si celebrano a Milano.
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