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Coronavirus. La Regione inizia a riallineare le proprie restrizioni a quelle previste dal Dpcm: nei festivi e prefestivi restano chiusi i centri commerciali e le grandi strutture di vendita, aperte quelle medie. Negozi riaperti la domenica. Torna la corsistica in presenza se in forma individuale. Confermate le altre limitazioni, a partire dall’obbligo sempre della mascherina. Nuova ordinanza del presidente Bonaccini

In vigore da domani, 28 novembre, al 3 dicembre, quando scadrà il Dpcm. Lezioni di educazione fisica a scuola consentite se in spazi aperti, corsi di formazione in presenza se individuali. Prioritario proseguire l’azione di contrasto alla diffusione del contagio, per confermare il calo avviato. Nel frattempo, nessuna variazione rispetto alla zona arancione fino all’aggiornamento della Cabina di regia nazionale della prossima settimana

Bologna – Prosegue il processo di riallineamento delle misure anti-Covid previste dall’ordinanza regionale rispetto a quelle contenute nel Dpcm del Governo per le aree in zona arancione, dopo due settimane nelle quali l’Emilia-Romagna aveva adottato provvedimenti più restrittivi d’intesa col ministro della Salute. Azioni che si stanno rivelando efficaci: i dati sull’andamento epidemiologico, alla luce soprattutto della costante diminuzione dell’indice Rt di trasmissibilità del virus, questa settimana sceso ulteriormente all’ 1,07, portano infatti ad adottare disposizioni meno restrittive rispetto alle ultime due ordinanze, la seconda in scadenza proprio oggi, in particolare in riferimento alle attività commerciali. Le grandi strutture di vendita continueranno a rimanere chiuse nei festivi e prefestivi, così come i centri e i parchi commerciali, a differenza di quelle medie, di superficie fino a 2.500 metri quadrati nei comuni con più di 10mila abitanti e fino a 1.500 metri quadrati in quelli con meno di 10 mila abitanti, che potranno riaprire nei fine settimana. Lo stesso avverrà per i negozi più piccoli, che tornano aperti anche la domenica.

E’ quanto prevede la nuova ordinanza regionale firmata oggi dal presidente Stefano Bonaccini, in vigore da domani, 28 novembre, fino al prossimo 3 dicembre, quando scadrà anche il Dpcm vigente.

In un quadro in cui resta assolutamente prioritario il contrasto alla diffusione del contagio. Il consolidamento del calo registrato nelle ultime due settimane è infatti necessario per l’atteso rientro in zona gialla, vista la necessità di avere per un periodo continuativo di almeno due settimane i parametri al di sotto delle soglie di rischio. E’ esattamente quanto è accaduto negli ultimi 14 giorni in Emilia-Romagna che ora, attraverso il meccanismo previsto nel Dpcm che ne determina il mantenimento in zona arancione ancora per alcuni giorni, può davvero attendersi un cambiamento di scenario tra una settimana.

Rispetto alle nuove misure contenute nell’ordinanza odierna, il riallineamento riguarderà anche la ripresa della corsistica in presenza, seppur in forma individuale (altrimenti solo a distanza), e le lezioni di educazione fisica, purchè all’aperto, per le scuole elementari e medie.

Confermate invece altre restrizioni che attengono ai comportamenti individuali. In una ordinanza adottata sentiti i sindaci dei Comuni capoluogo e i presidenti di Provincia, coi quali il presidente Bonaccini e gli assessori competenti hanno condiviso i contenuti del provvedimento anche nelle ultime ore, acquisita l’intesa del ministero della Salute. Anche in questo caso, infine, la Giunta ha ritenuto di confrontarsi preventivamente con le associazioni delle categorie economiche firmatarie del Patto per il Lavoro più direttamente interessate.
Le misure previste
Accanto alle minori restrizioni, l’ordinanza di oggi prevede comunque limitazioni specifiche che permangono e si aggiungono a quelle del Dpcm del 3 novembre per le cosiddette zone arancioni.

Come previsto dal Dpcm, nei giorni festivi e prefestivi, gli esercizi commerciali insediati nell’ambito di centri commerciali, di aree commerciali integrate e di poli funzionali restano chiusi al pubblico, ad eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabacchi e edicole. A queste, in base all’ordinanza di Bonaccini, si aggiungono le grandi strutture di vendita non insediate all’interno di centri commerciali, aree commerciali integrate e poli funzionali: restano anch’esse chiuse al pubblico nei festivi e prefestivi, ad eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, prodotti per la cura e l’igiene della persona e per l’igiene della casa, degli articoli di cartoleria e cancelleria, tabacchi e edicole.

Rimane sempre consentita, e anzi fortemente raccomandata, la vendita con consegna a domicilio.

L’esercizio su aree pubbliche o private delle attività di commercio al dettaglio nell’ambito dei mercati, nonché di attività di vendita nei mercati contadini, sarà consentita solo lì dove siano adottate le misure di mitigazione del rischio Covid previste nel protocollo regionale sugli esercizi di commercio al dettaglio in sede fissa e su aree pubbliche. E in ogni caso, resta raccomandata l’adozione di un apposito piano di controllo da parte del Comune.
In ogni caso, è vietato lo svolgimento di sagre e fiere di qualunque genere e di altri analoghi eventi. Inoltre, rimane vietato lo svolgimento dei mercatini degli Hobbisti e dei mercatini per la vendita o esposizione di proprie opere d’arte ed opere dell’ingegno a carattere creativo e similari.

Confermato anche l’obbligo – sempre – dell’uso della mascherina al di fuori dell’abitazione, con eccezione dei bambini con età inferiore a sei anni, dei soggetti che stanno svolgendo attività sportiva e dei soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché per coloro che per interagire con questi soggetti si trovino nella stessa incompatibilità. Nel caso di momentaneo abbassamento della mascherina per consumare cibo o bevande o per il fumo, dovrà in ogni caso essere assicurata una distanza minima di un metro, salvo quanto disposto dai vigenti protocolli o da misure più restrittive.

Come già prevedeva l’ordinanza precedente, è consentito svolgere attività sportiva e motoria all’aperto, preferibilmente presso parchi pubblici, aree verdi, rurali e periferiche, se accessibili, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno 2 metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività, e in ogni caso al di fuori delle strade e delle piazze del centro storico della città, nonché delle aree solitamente affollate.

Così come l’accesso agli esercizi di vendita di generi alimentari resta consentito ad una sola persona per nucleo familiare, salva la necessità di accompagnare persone non autosufficienti o con difficoltà motorie ovvero minori di età inferiore a 14 anni.

In merito alle scuole, in attesa di ulteriori e specifiche indicazioni da parte del Comitato Tecnico Scientifico nazionale, in quelle del primo ciclo scolastico (primarie e secondarie di primo grado) restano sospese le lezioni di educazione fisica al chiuso, mentre da domani si potranno tenere invece all’aperto. Sospensione confermata per le lezioni di canto e per quelle di strumenti a fiato.

Confermato anche il divieto di consumazione di alimenti e bevande all’aperto su area pubblica o aperta al pubblico.

Infine, la corsistica di ogni tipo, organizzata da soggetti sia pubblici che privati: da domani sarà possibile tornare a svolgerla in presenza ma solo in forma individuale, mentre per quella collettiva permane unicamente la possibilità di ricorrere alla modalità a distanza.

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