La Provincia non sta attuando alcuno sterminio di pesce nei corsi d’acqua
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da: ufficio stampa Provincia di Ferrara
In alcuni siti web si sta diffondendo un tam tam basato su notizie e immagini che non corrispondono alla realtà. La Provincia non ha dato il via ad alcuno “sterminio” di carpe o altre specie.
La verità è che da pochi giorni è iniziato un programma sperimentale di recupero della biodiversità, concordato e approvato dalla commissione ittica locale, nella quale siedono le maggiori associazioni piscatorie sportive, di pesca professionale e di protezione ambientale, nonché il Parco Delta del Po ed esperti dell’Università di Ferrara.
Lo scopo è limitare la presenza della specie del siluro d’Europa (silurus glanis) in alcuni tratti dei corsi d’acqua, vale a dire in circa 200 sugli oltre 4.000 chilometri del territorio ferrarese, in particolare nelle aree protette (Rete Natura 2000) e di ripopolamento. Il compito è affidato a 17 pescatori di professione ferraresi, con l’utilizzo dei soli strumenti consentiti dalla legge (reti a tramaglio o nasse).
Nel dettaglio, i pescatori devono comunicare ogni giorno il luogo in cui operano e sono sotto stretto controllo della Polizia provinciale che, nel caso di comportamenti non corretti, può procedere a sanzioni e ritiro della licenza. La procedura impone, inoltre, la liberazione immediata delle altre specie ittiche che dovessero rimanere imprigionate nelle reti, oltre all’annotazione quotidiana del pescato in una scheda, con relativa trasmissione dati settimanale.
L’intera operazione non comporta oneri per la Provincia ed è stata data possibilità ai pescatori di mestiere di commercializzare il prodotto.
Le indicazioni di contenere la proliferazione di specie alloctone, cioè non originarie del territorio, invasive specie in zone sottoposte a protezione, trovano sostegno in provvedimenti normativi che vanno dall’Ue fino al livello regionale.
Solo nell’ultimo decennio le Province di Terni, Venezia, Rovigo, Arezzo, Firenze, Varese, Lecco, Mantova, hanno adottato analoghe decisioni e tutti i dati più recenti – dalle carte ittiche regionali e provinciali, ai monitoraggi – confermano che il pesce siluro presenta caratteristiche tali da alterare in modo irreversibile l’equilibrio ittico esistente.
Le stesse analisi compiute in sede scientifica nel frattempo, confermano che a rischio non sono solamente le specie ittiche presenti, ma anche uccelli acquatici, anfibi e piccoli mammiferi.
La sua voracità, infine, è tale da rendere vano ogni tentativo della Provincia di ripopolamento dei corsi d’acqua, nell’esercizio della propria funzione istituzionale di tutela ambientale e della biodiversità. Senza contare i danni causati al settore della pesca, sia amatoriale che sportiva, per gli effetti negativi prodotti sulle altre specie.
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