Alzi la mano chi riconosce questo spazio. Certamente pochi, pochissimi… Eppure è un cortile pubblico in pieno centro storico: è lo sterrato retrostante l’abside della chiesa di San Paolo, all’intersezione fra corso Porta Reno e via Capo delle Volte.
Si accede dal grande cancello in ferro seminascosto da un varco della celebre strada medievale, oppure direttamente dal chiostro di San Paolo, lato di via Boccaleone. È uno spazio piccolo, ma potenzialmente interessante, che con poco sforzo si potrebbe rendere grazioso. La proprietà è del Comune, ma non è fruibile dai cittadini poiché da lungo tempo è adibito al deposito di poche auto di servizio. Francamente appare uno spreco, data la posizione. Con poca spesa potrebbe essere recuperato e reso disponibile alla città. E con minimo sforzo di creatività si riescono già a prefigurare vari impieghi. Potrebbe fungere da luogo di primo ristoro per i turisti, ma più in generale per chi arriva in città e per chi la abita; oppure costituire l’ultima tappa prima di andarsene. Potrebbe con naturalezza essere ricollegato al percorso dei due chiostri di San Paolo ai quali è contiguo, offrendo così un’ulteriore opportunità di aggregazione anche a vantaggio delle tante manifestazioni che si svolgono a Ferrara e che da tempo utilizzano quegli spazi. E sarebbe un appannaggio in più anche per il Palio, dato che la contrada di San Paolo ha sede proprio all’interno dell’ex convento.
A incorniciare il cortile – pronto a divenir giardino – ci sono l’abside della chiesa di San Paolo e la torre dei Leuti, che lo osserva dall’alto dei suoi 30 metri. Proprio la torre merita una digressione. E’ l’ultima sopravvissuta delle 32 che nel tredicesimo secolo caratterizzavano il centro storico della città. Incerta è la sua data di edificazione, fonti accreditate la fanno risalire addirittura al nono secolo: come tale sarebbe, fra quelli ancora esistenti, l’edificio più antico di Ferrara, donato dal marchese Nicolò II ai monaci della chiesa per farne il loro campanile. Rappresenta certamente una curiosità, non solo per i turisti. Ed è potenzialmente un’attrattiva. Andrebbe verificata e possibilmente trovata la maniera per renderla almeno parzialmente accessibile. Se addirittura si potesse salire, offrirebbe certamente un suggestivo scorcio sui monumenti cittadini.
Tornando allo sterrato sottostante, c’è la concreta possibilità di vederlo rivitalizzato e trasformato da luogo di abbandono a spazio vivo. La questione risulta infatti all’attenzione dell’ufficio Beni monumentali del Comune, che in proposito sta vagliando un’ipotesi di complessivo riordino dell’area claustrale, che prevederebbe fra l’altro la restituzione alla città anche del cortile dimenticato.
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Sergio Gessi
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