Justify Me (Nate James, 2005)
Un’ora d’aria attesa giusto un anno. Luci e filastrocche come tradizione vuole, caramelle e musiche di zucchero e miele. Quieta è la notte che non porta consiglio. Solo illusioni di buone azioni, solo pensieri addomesticati, voti mai mantenuti. Fino al prossimo natale.
Dunque tutto uguale, ogni volta, ogni Santo Natale. Ma non stavolta.
Incombe la minaccia, soccombe la certezza. Solitudine forzata, festa rovinata. Non per me.
Per me che non è cambiato nulla, e sono tre anni ormai. Ogni natale è una croce dalle punte insanguinate, una lama arrugginita che riapre vecchie ferite. E brucia, e tormenta queste mie piaghe mai guarite.
E questa notte, ancora una volta, ho sognato il natale insieme a te. Ho sentito il tuo petto respirare accanto a me. Ho visto stelle d’argento illuminare il tuo viso. Ho chiesto alla notte di cullare il tuo riposo.
Ma scende la pioggia in questo grigio mattino, e scendono lacrime su questo vuoto cuscino.
Gocce d’argento nella luce spettrale, l’ennesimo sogno d’un perduto natale.
Certo, la solitudine brucia l’anima e il vuoto tutt’intorno richiama il tuo ricordo. Eppure vorrei fermare il tempo. Vorrei che questo natale non finisse mai. Dio se lo vorrei.
Perché il tuo ricordo è una culla, perché la tua assenza mi stordisce, m’ubriaca, diventando presenza.
Perché, per quanto amara, m’è dolce questa prigione. Effimero, morbido e caldo rifugio che mi protegge, mentre la vita passa di fuori gettando avanzi, come sempre, senz’occhi e senza cuore.
Perché oggi era l’incanto, oggi soltanto. Buon Natale amore.
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Carlo Tassi
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