La Polizia provinciale sanziona due persone per danno ambientale nelle Valli del Mezzano
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da: ufficio stampa Provincia di Ferrara
Argini distrutti ed eliminati i fossati di raccolta delle acque di scolo, con l’utilizzo di un escavatore nell’area Valli del Mezzano.
Il danno ambientale è stato scoperto dalla Polizia provinciale nel corso di un sopralluogo, che ha provveduto all’immediata segnalazione del fatto alla Procura della Repubblica.
Due, in particolare, le persone segnalate all’autorità giudiziaria, cui è stato contestato, in concorso, il reato di distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto, punibile con l’arresto fino a diciotto mesi e un’ammenda di non meno di tremila euro.
Ad entrambi è stata poi contestata la violazione del decreto legislativo che regolamenta le “opere eseguite in assenza di autorizzazione o in difformità ad essa” (che prevede l’arresto fino a due anni e 51mila euro di multa), oltre ad una sanzione di 12mila euro per avere infranto anche la legge regionale in materia.
“Come bene ha descritto il signor Federico Montanari sulla stampa locale fra il 19 e il 20 luglio scorsi – dichiara il responsabile Aree protette, caccia e agricoltura sostenibile della Provincia, Renato Finco – la zona è effettivamente tra quelle maggiormente frequentate da birdwatchers ed ornitologi e per l’elevato valore naturalistico è stata dichiarata nel 1999 Zona di protezione speciale”.
Gli stessi studi per favorirne la conservazione e il Piano di gestione approvato dalla Provincia nel 2013, ne hanno confermato la particolare valenza ambientale, perché vicina alle Valli di Comacchio e perché di grande interesse avifaunistico.
“Diversamente però da quanto scritto dal signor Montanari – conclude Finco – la candidatura del Delta alla lista Mab dell’Unesco non è affatto stata respinta ma, semplicemente, è oggetto di una normale, se pur complessa, richiesta di chiarimenti, come quasi sempre accade in questi percorsi internazionali di riconoscimento”.
Il controllo effettuato dalla Polizia provinciale ha accertato che i responsabili hanno prodotto il prosciugamento dei bacini, lo spianamento degli argini e la ricopertura con terreno di un canale in origine utilizzato per l’alimentazione idrica dei bacini stessi. Il tutto per la trasformazione dell’area in terreno per la coltivazione agricola.
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