Ventanni fa, l’11 luglio 1995, si è consumato quello che è stato definito “il più feroce massacro in Europa dai tempi del nazismo”. A Srebrenica, località non distante da Sarajevo, all’epoca posta sotto tutela dell’Onu, in pochi giorni oltre ottomila bosniaci musulmani – uomini, bambini e anziani, tutti maschi – furono barbaramente uccisi dai miliziani serbo-bosniaci di Ratko Mladic e dalle cosiddette “Tigri di Arkan” di Željko Ražnatović a seguito del conflitto etnico che lacerò e devasto la ex Jugoslavia.
Srebrenica, vent’anni dopo
Vent’anni, appena ieri.
Migliaia di persone uccise
perché chiamavano Dio
in un modo diverso
Il mattino è un bagliore bianco
e ha voci ormai stanche
di donne in lacrime
nel mare dei cippi
Dire che è stato un crimine assurdo
è una consunta verità. Di cosa
è capace l’uomo? Non lo so.
I bambini vorrebbero dormire
ma non ci riescono. Inchiodati
guardano il cielo strappato
Vent’anni, appena ieri.
Un soffio di morte percorre
queste terre che nascondono
sempre nuovi orrori,
dove il pianto è infinito,
dove siamo caduti nell’abiezione
senza più rialzarci
(11 luglio 2015)
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Franco Stefani
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