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La pace prima di tutto

da: UDI Ferrara

La guerra e la violenza hanno costi ben precisi: troppi morti,deportazioni, stupri, molta miseria, la distruzione di ambienti costruiti con cura; la ferocia diventa prassi e quello che alla fine resta intatto è il potere non solo di chi vuole la ragione, ma è quella del più forte.
C’è uno stravolgimento dell’etica e delle coscienze. In questi giorni drammatici per tante realtà del nostro pianeta, sconvolto dalla guerra, pensiamo in particolare al popolo palestinese e a quello israeliano. Noi donne dell’UDI vogliamo ricordare con gratitudine e affetto le tante donne che si sono spese e continuano a lottare, con coraggio e generosità, per una soluzione pacifica dei conflitti.
Vogliamo ricordare, una tra tutte, Hagara Rounbleu che fu tra le fondatrici delle donne in nero israeliane le quali nel 1986, al tempo della prima intifada,cominciarono a manifestare contro le scelte del governo israeliano di occupazione militare della Cisgiordania e di Gaza. Ogni venerdì donne israeliane e di Gaza, per un ora vestite di nero in silenzio mostravano il loro desiderio di pace e la loro volontà di contrastare la violenza tra i due popoli. Nel tempo questa originale pratica di lotta non violenta ha contagiato tante associazioni femminili.
Anche a Ferrara, durante la guerra del golfo davanti al duomo abbiamo manifestato per alcuni mesi come donne in nero contro la guerra.

Noi donne dell’UDI intendiamo assumere ancora una volta la responsabilità di denunciare la stupidità e la tragica, inaccettabile realtà della guerra ed esprimere la nostra volontà e il nostro radicale, intenso desiderio di pace.

Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di farsi carico di questa volontà e di questo desiderio divenendo soggetti autorevoli di politiche di pace a livello nazionale ed internazionale.

Invitiamo tutte e tutti ad esporre striscioni ovunque per manifestare la volontà e il desiderio di noi donne di uscire dalla barbarie, dalle devastazioni, da orrori e lutti che vediamo ogni giorno davanti ai nostri occhi in troppe parti del mondo.

La pace innanzitutto

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Riceviamo e pubblichiamo



PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)