Eccola, è arrivata la neve. Piano piano. I tetti sono bianchi, l’atmosfera magica, quella di una favola natalizia che finalmente arriva e spazza via residui d’influenza e di raffreddori stagionali.
Ferrara bianca è ancora più bella, i tetti del centro storico sembrano quelli delle storie abitate da folletti che saltellano qua e là alla ricerca di camini caldi e panettoni appena sfornati.
Se socchiudiamo gli occhi vediamo una slitta, una renna che porta doni e dolcetti profumati. Ci viene quasi la tentazione di lasciare una carota sull’antico e severo balcone, perché quel tenero animale la possa cogliere al volo. La tavola della colazione è ancora apparecchiata, questa mattina. Il caffellatte fumante, lo stesso che avevamo preparato per Babbo Natale, è finito, ma mentre la neve scende ci viene voglia di prepararne subito un altro. Un biscottino croccante preparato in casa fa ancora capolino dal piattino abbandonato sulla tovaglietta di pizzo. Visto che fuori nevica, meglio accomodarsi di nuovo, comodamente, e gustarselo fino in fondo. Non capita tutti i giorni di starsene chiusi al caldo, dietro le tende ricamate, a godersi la pace della propria città natale. Una città che accoglie, come una madre che aspetta da lungo tempo, pronta ad abbracciare i suoi figli infreddoliti e stanchi rientrati da molto lontano. Con calore, sempre, con braccia enormi e avvolgenti. Quasi una candida coperta morbida con piccoli gufi colorati disegnati sopra. Quasi un cuscino di piume d’oca pronto ad accogliere pensieri stanchi. È meravigliosa Ferrara, quando nevica, calda e accogliente come mia madre. Lei, sempre e solo lei, lì ad aspettarmi. Comunque.

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Simonetta Sandri
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