Sette e trenta di domenica. Un sole pallido conferma quanto percepito durante la notte: è caldo. Un cielo grigio di una nuvola continua mi informa che l’umidità è molto alta. Ci vuole una bella passeggiata sulle mura di Ferrara. Non mi aspettavo che tanta gente avesse avuto la mia stessa idea. Tante persone che camminano, che corrono. Persone anziane che camminano perché così ha consigliato il dottore; alcuni accompagnati dalla moglie (perché in genere sono gli uomini che hanno problemi di cuore). Qualche ragazzo che corre veloce per contrastare le gioie della serata del sabato. Qualche signore di una certa età che cammina a passo svelto o addirittura corre, sudando per farmi invidia. Un gruppo di neri palestrati che corrono a ritmo di musica e per darsi il tempo cantano un ritmo ripetuto. Qualche ragazza, giovane e sportiva, che corre da sola, guardando dritto d’avanti a sé, ascoltando musica sull’ipod. Qualche signore che una pancetta prominente ricorda loro di far moto e bruciare grassi. Qualche signora (con il rossetto) che si ricorda che una volta era una bella donna. Qualche sportivo che si prepara per la prossima maratona. Tanta gente. Non conosco nessuno, ma sono ferraresi che amano la loro città, lo sento. Siamo fortunati ad avere le mura.
In fondo, dalla farmacia, l’appuntamento di quelli che fanno un bel giro in bicicletta; tutti con maglie aderenti e colorate da improbabili sponsor. Passo al sottomura e incontro molta meno gente; un tempo era l’area di sgambamento cani, ma le normative ora lo impediscono (le leggi spesso tolgono, non migliorano). Qualche bicicletta, qualche camminata dolce. Mi guardo dal basso le mura e vorrei che mi parlassero, raccontandomi la loro storia, ma trovo solo un cartello che mi avvisa di stare lontano per caduta mattoni. Un tuono mi informa che è meglio rientrare. Aumento il passo e il mio cane mi guarda perplesso.
Otto e trenta, comincia a piovere. Lo sapevo. Mi bagno un poco, ma sono felice di questa esperienza sportiva. Credo la farò ancora e se avete condiviso questi miei pensieri, se mi incontrate, fatemi un sorriso di consenso, se invece non condividete fatemi un pernacchia; in entrambi i casi mi aiutate a continuare a camminare, mi fa bene.
(La foto è di Aldo Gessi)
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Andrea Cirelli
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