Dopo il bianco della neve, la nostra Ferrara ci ha stupito con i colori. Un tramonto così bello non lo vedevo da tempo. Davvero. Rosso, rosa, violetto, azzurro, blu e celeste. Le tinte della serenità, quelle del riposo, della felicità, dell’ozio meritato, del non pensare a nulla, almeno per qualche istante. O dell’immaginare, se la mente non riesce proprio a starsene tranquilla, scenari di calma e di pace.
Perché, mentre concludo il libro di Mauro Corona “Una lacrima color turchese”, seduta comodamente sul mio divano lilla, penso che questo mondo ha perso l’orientamento, che molti valori se ne sono volati via, quasi volatilizzati, andati in fumo; che, spesso, non sappiamo più cogliere il senso delle piccole cose e l’importanza dei veri sentimenti, che perdiamo la sicurezza dell’amicizia e la pazienza con i nostri anziani, perché fermarsi a riposarsi e smettere di correre è considerato un privilegio di pochi, perché sognare e realizzare i propri sogni non è davvero per tutti. Perché il tempo passa ed è sempre più danaro, perché questo non è vero proprio per nulla e lo si dovrebbe comprendere una volta per tutte. Perché il tempo è la sola cosa davvero preziosa e regalarlo è il vero dono che si può fare, perché non ritorna, perché è unico e perché è qualcosa di veramente solo nostro che si offre a chi si ama. A Natale, questo si doveva donare, forse. Solo questo, null’altro. Nessun pacchetto vale lui, il tempo fugace e sfuggente.
Questo cielo ferrarese mi fa guardare lontano, un po’ di malinconia per il passato ma anche tanta fiducia per il futuro. Perché sono ottimista e davanti a questo spettacolo non si può che esserlo.
Questo cielo ferrarese, che scorgo dalle stesse finestre di amici vicini, si offre a me, senza parsimonia, in tutta la sua bellezza e splendore, libero, leggero, spazioso, etereo, aperto, sincero, unico. Sempre fedele, sempre presente, sempre generoso e coraggioso.
Questo cielo mi manca, quando sono lontana. Mi consola solo sapere che tutti i miei cari sono sotto le stesse stelle e che, da luoghi diversi e perduti nel mondo, guardiamo a esse, pensandoci l’un l’altro. Ferrara è generosa, in questo inizio d’anno freddo e rigido. Riscalda mani e cuori con questi colori tenui e caldi. Allora scosto la tenda e ammiro ancora quel lilla prezioso sui tetti.
Mi pare proprio di vedere Campanellino svolazzare qua e là, leggera e piccolina, tra un camino fumante e l’altro…
(Fotografie di Simonetta Sandri)
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Simonetta Sandri
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