Subito non l’avevo proprio notata. Poi mi è parso di scorgere qualcosa. Allora mi sono avvicinato, ho osservato meglio: e ho strabuzzato gli occhi. Era nata proprio lì, dove nessuno poteva immaginare: nel basamento di metallo di un posacenere abbandonato in terrazzo. Una graziosa, esile piantina. Poco più di un germoglio incastonato nel freddo metallo. È stata una sorpresa autentica, una meraviglia ancor più grande di quella che si rinnova ogni volta che si vedono fili d’erba o un fiore spuntare dal cemento. Quella piantina, nata fra il metallo, fragile e caparbia testimoniava la potenza dell’essere, la volontà assoluta di esistere: contro ogni logica, contro ogni aspettativa, contro ogni ragione.
Mi ha intenerito, quasi commosso. La forza della vita, più grande d’ogni cosa.
