LA NOTA
E la Casa di riposo apre le porte alla musica dei Buskers
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Qualcuno ha lo sguardo perso nel vuoto, qualcuno non riesce a stare seduto ad ascoltare, qualcun altro se ne sta rannicchiato su se stesso. Ma qualcosa, un lieve dondolio a tempo, una smorfia che sembra accennare a un sorriso, un mugolio che evoca un canto, dopo un po’ sembra attraversare le persone sedute nel giardino ad ascoltare la musica. Il Ferrara Buskers Festival, da sempre impegnato per il sociale, ha infatti selezionato alcuni artisti che nei pomeriggi dal 25 al 28 agosto hanno suonato alla Casa Protetta dell’Asp in via Ripagrande.
“Gli ospiti sono anziani non autosufficienti e con patologie invalidanti come la malattia di Alzheimer – spiega Clara Muscatello, che assieme a Raffaella Mosca è coordinatrice della residenza gestita dalla cooperativa Cidas – Rebecca Bottoni del Ferrara Buskers Festival ci aveva invitati a portarli alla manifestazione, ma molti sono in sedia a rotelle e faticavamo a spostarci, così abbiamo avuto l’idea di portare i buskers in struttura”.
Intanto Claudio Niniano, musicista di strada milanese, sta cantando cover di Celentano ed Elvis Presley. Ci sono anche i ragazzi del Festival, i parenti dei pazienti, dei passanti incuriositi. Sulle note melanconiche di “Can’t Help Falling in Love”, a qualcuno scende una lacrima. Le operatrici coinvolgono alcuni in un ballo.
“Aprire le porte è un modo per far entrare qui, chi normalmente non verrebbe mai – dice Muscatello – per noi è importante mostrare che la vecchia idea degli ospizi è superata, oggi qui operano tante professionalità diverse. La differenza è che uniamo l’aspetto sanitario a quello ludico. Anche le persone vecchie e malate possono vivere quello che accade attorno a loro, per esempio li abbiamo portati a vedere le prove della Sonnambula al teatro comunale. Non pensiate che in queste strutture non ci sia vita”.
La casa protetta ha accolto anche ospiti di altre strutture, come Residence Service, Cra Vigarano Mainarda, Cra Poggio Renatico, Servizio Fragilità di Cento e Diurno Handicap Rivana, raggiungendo una media di cento persone ogni pomeriggio.
Niniano ha concluso la sua esibizione tra gli applausi. E’ il momento della distribuzione di acqua e menta per rinfrescarsi. Mentre si prepara Moses, giovane virtuoso dell’armonica, una ragazza con un organetto si fa avanti. “Mi chiamo Audrey sono francese, passavo qui per caso, se vi fa piacere vi suono qualcosa”. E tra lo stupore generale, esegue un paio di brani che trasportano tutti sul lungosenna.
“La musica permette di escludere la parola – spiega Niniano, che è anche musicoterapista – e con queste persone è l’unico modo di interagire. Io ho scelto un repertorio anni ’50 e ’60 per attingere al cassetto dei loro ricordi e creare delle risonanze nella loro memoria”.
“Io sono riuscita a vedere i Buskers solo un anno, poi sono finita su una carrozzina – racconta Renza – mi ero rassegnata a non vederli più”.
Non è mai troppo tardi per ascoltare la musica.
(fotografie di Stefania Andreotti)
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Stefania Andreotti
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