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Ferrara in questi giorni è bellissima, pesantemente afosa, ma bellissima. In alcune ore della giornata è deserta, un paesaggio quasi surreale. Solo le cicale sembrano avere il fiato che manca a quelle poche anime che si aggirano accaldate per i vicoli della città. Se poi è un venerdì sera di fine luglio, l’effetto è amplificato dall’assenza di chi è scappato verso i lidi alla ricerca di un qualche refrigerio lontano.
Tornando ogni tanto, dai freschi fine settimana moscoviti, mi piace aggirarmi per i viottoli antichi da sola, in compagnia della mia fulminea macchina fotografica e del mio taccuino curioso e colorato. Anche un lampione ha la capacità di incuriosirmi e di scatenare la mia fantasia libera e leggera in questi ultimi scampoli di vacanze. Non è il caldo che dà alla testa, ma il fascino del girovagare senza pensieri. I lampioni sono tanti, pronti a illuminare la città, in attesa di lanciare qualche raggio di luce a una coppia che lì sotto si bacerà romanticamente e appassionatamente, a due amici chiacchierini che parleranno del loro futuro, a un’anziana e simpatica signora che passeggerà con il suo cocker dolorante.
Quei lampioni hanno visto tanto, storie di una città che ride e che soffre, aliti di parole di chi si è lasciato e di chi si è ripreso, al fioco bagliore di quella luce incantata. Sotto di loro domande di fidanzamento, un bacio appassionato, promesse di amore eterno. Un bambino che apre una caramella, un braccialetto donato all’amichetta dai boccoli biondi, una lettera misteriosa aperta all’improvviso, una pagina di giornale che comunica un lieto evento, un cagnolino che fa pipì. E poi una zanzara schiacciata, una mosca scacciata, un signore che cerca di pulirsi la scarpa dal chewing-gum lasciato cadere da un punk scriteriato, una carezza nell’ombra rubata al tramonto della sera. Un viaggio che si progetta, un film che è piaciuto, un libro sfogliato che ha ridato una forza perduta, un messaggio lasciato in una bottiglia di birra, un biglietto del pullman regalato a chi percorrerà centinaia di chilometri per rivedere la sorella in Ucraina. Scambi di doni, scambi di pensieri, di parole, di speranze, di gioie, di dolori, di amori, di amicizie, di giorni e di vite. Questo sono i lampioni di Ferrara. Sotto di essi il tutto. Che felicità.

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it