La narrativa egiziana tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento al centro di una iniziativa Unife per la terza Edizione della “Settimana della Lingua Araba e della Cultura Egiziana”
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da: ufficio Comunicazioni ed Eventi Unife
“Il rinnovamento della narrativa egiziana tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento”. E’ questo il titolo della conversazione che si terrà domani, giovedì 4 dicembre, alle ore 12 nell’Aula M del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara, (via Paradiso, 12), organizzata dallo stesso Dipartimento, con il patrocinio dell’Ufficio Culturale e Scientifico dell’Ambasciata della Repubblica Araba d’Egitto.
Sarà Alberto Jori, Professore associato di Storia della filosofia antica di Unife, a tenere la conversazione che si inserisce nel quadro delle celebrazioni per i 200 anni delle relazioni scientifiche tra Egitto e Italia “1813-2014”, in concomitanza con la Terza Edizione della “Settimana della Lingua Araba e della Cultura Egiziana”.
Ecco il programma dettagliato dell’iniziativa:
· Saluti ufficiali
· Il contesto storico: quadro generale della realtà egiziana dall’invasione napoleonica (1798) all’abolizione della monarchia (1952)
· Gli inizi della letteratura moderna in Egitto: l’intellighentzia siriana e il ruolo dei giornali
· La riscoperta della storia nazionale: i romanzi di Giurgi Zaidan (12861-1914)
· Romanticismo e mondo rurale: Zainab (1914) di Mohammed Husain Haikal (1888-1956)
· Realismo bozzettistico e critica sociale in Mohammed Taymur (1892-1921)
· La realtà delle campagne egiziane nelle novelle di Mahmud Taymur (1894-1973)
· Celebrazione dello spirito ‘nazionale’ ne Il ritorno dello spirito (1933) di Tawfiq al-Hakim (1898-1987)
· Tra memoria del passato e apertura alla modernità nel Libro dei giorni (1933) di Taha Hussein
· Conclusioni
Nel corso della conversazione saranno letti e commentati anche passi tratti dalle opere più significative degli autori presi in esame.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani