La musica è suono fatto espressione, anche al di là delle parole, anche senza le parole. Basta il timbro di uno strumento o una melodia a portarci lontano, a vedere posti e rivivere momenti.
Michael League, bassista e compositore americano, sapeva bene questo quando, nel 2004, decise di creare la big band Snarky Puppy, una formazione vasta sia in termini numerici, circa 40 elementi, che in termini di sonorità da questi portate. Così sono nati pezzi come Shofukan, brani che a descriverli sembrerebbero un pastone folle e insensato ma che all’ascolto stupiscono per la loro eterogenea genialità.
Può la musica senza parole parlare di qualcosa? Questa sì, e parla di unione di persone, popoli e culture: i bianchi suonano assieme ai neri e le scale arabe si intrecciano con le note dei moderni synth e dei classici strumenti ad arco; le differenze ci sono e sono tratto distintivo, non ragione di discriminazione.
Vale la pena di ascoltare questo brano, le parole non ci sono e, per raccontarlo, sarebbero poco efficaci.
Shofukan (Snarky Puppy, 2014):
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Fulvio Gandini
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