La “Misericordina” e il messaggio autentico di papa Francesco
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Papa Francesco mi piace molto. Moltissimo. Non mi volevo e non mi voglio far persuaso che le sue azioni, come qualcuno maliziosamente insinua, siano dettate dall’ufficio marketing. Credo alla sua sincera ispirazione.
Però devo ammettere che questa della Misericordina sa proprio di trovata pubblicitaria: un rosario racchiuso in una confezione simil-farmaceutica con sopra impresso un “corazon espinado” (potrebbe essere il gingle musicale, Santana permettendo!): 29 granelli di bontà da assumere quotidianamente…
Insomma, geniale trovata, ma operazione forse troppo smaccata che rischia di gettare sotto una differente luce i gesti quotidiani che questo papa compie e le cose importanti che dice. Che, intendiamoci, restano significative a prescindere. Significative e preziose, perché Francesco non solo predica, ma fa: dà personale e viva testimonianza del suo vangelo e impone a tutti, credenti e non credenti, una riflessione.
Per questo, Misericordina a parte, mi accontenterei che il anche nostro vescovo ogni tanto si ricordasse di papa Francesco. E ogni tanto, prima di parlare, senza necessità di consultare alcuno stratega del marketing, semplicemente pensasse a lui.
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Sergio Gessi
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