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Papa Francesco mi piace molto. Moltissimo. Non mi volevo e non mi voglio far persuaso che le sue azioni, come qualcuno maliziosamente insinua, siano dettate dall’ufficio marketing. Credo alla sua sincera ispirazione.
Però devo ammettere che questa della Misericordina sa proprio di trovata pubblicitaria: un rosario racchiuso in una confezione simil-farmaceutica con sopra impresso un “corazon espinado” (potrebbe essere il gingle musicale, Santana permettendo!): 29 granelli di bontà da assumere quotidianamente…
Insomma, geniale trovata, ma operazione forse troppo smaccata che rischia di gettare sotto una differente luce i gesti quotidiani che questo papa compie e le cose importanti che dice. Che, intendiamoci, restano significative a prescindere. Significative e preziose, perché Francesco non solo predica, ma fa: dà personale e viva testimonianza del suo vangelo e impone a tutti, credenti e non credenti, una riflessione.
Per questo, Misericordina a parte, mi accontenterei che il anche nostro vescovo ogni tanto si ricordasse di papa Francesco. E ogni tanto, prima di parlare, senza necessità di consultare alcuno stratega del marketing, semplicemente pensasse a lui.

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Sergio Gessi

Sergio Gessi (direttore responsabile), tentato dalla carriera in magistratura, ha optato per giornalismo e insegnamento (ora Etica della comunicazione a Unife): spara comunque giudizi, ma non sentenzia… A 7 anni già si industriava con la sua Olivetti, da allora non ha più smesso. Professionista dal ’93, ha scritto e diretto troppo: forse ha stancato, ma non è stanco! Ha fondato Ferraraitalia e Siti, quotidiano online dell’Associazione beni italiani patrimonio mondiale Unesco. Con incipiente senile nostalgia ricorda, fra gli altri, Ferrara & Ferrara, lo Spallino, Cambiare, l’Unità, il manifesto, Avvenimenti, la Nuova Venezia, la Cronaca di Verona, Portici, Econerre, Italia 7, Gambero Rosso, Luci della città e tutti i compagni di strada


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