“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” (articolo 1 della Costituzione). “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” (articolo 3 della Costituzione).
La dignità, questa sconosciuta, quella lotta contro la precarietà che non lascia scampo e che toglie ogni speranza, quella voglia di vivere con poco che molti non hanno il diritto di avere. Spesso non ci si guarda intorno abbastanza per comprendere che una quotidianità tagliente e sorprendentemente dolorosa attanaglia i pensieri di chi lavoro non ha o di chi l’aveva e che, perdendolo, non ha più spazio per camminare a testa alta.
In Gli ultimi saranno ultimi, Massimiliano Bruno disegna, a tratti netti e pungenti, la vita di Luciana Colacci (Paola Cortellesi), una moglie che ha una vita semplice e di poche pretese, che si vede sconvolgere il futuro d una gravidanza tanto attesa e desiderata: perché certe volte, in certe circostanze che sembrano ancora medievali, ma che purtroppo persistono, si perde ancora il lavoro se si è incinta. Un’Italia dei vinti, quella che viene presentata, quella di chi non ha diritti, di chi non ha potere negoziale e decisionale, di chi cerca spazio e voglia di famiglia che non sempre si ha il diritto di avere. Intorno a Luciana, la provincia romana (Anguillara), un marito scansafatiche, giocherellone e un po’ cialtrone, Stefano (Alessandro Gassman) che vive di piccoli espedienti e molte idee inconcludenti. E poi il solitario e pacato Antonio (Fabrizio Bentivoglio), il goffo e mammone poliziotto dal forte accento veneto su cui pesa un’onta lontana mai lavata, un piccolo uomo in cerca di verità e di grigio riscatto. In tutto questo, se si è la sola a lavorare, perdere il proprio piccolo e normale impiego da precari, in una grigia, polverosa e monotona fabbrica di parrucche, significa perdere tutto, non avere più il proprio posto nella società e nel mondo, il proprio angolino tranquillo…
“Era la vita che c’era capitata e ci piaceva così”, dice Luciana, una piccola ambizione che però viene tolta. Anche quella. La buona volontà e l’impegno non bastano, l’ingiustizia sociale prende il sopravvento. E una donna mite e responsabile cambia volto. Una donna che si ritrova, disperata e ferita, con una pistola in mano. Rabbia e un dramma nel dramma, con un finale inatteso. Per resistere. Sempre. Sulle note di Infinito di Raf, di Quello che non c’è degli Afterhours, con la chiusura affidata a Gli ultimi di Paola Turci.
Gli Ultimi saranno ultimi, di Massimiliano Bruno, con Alessandro Gassmann, Fabrizio Bentivoglio, Ilaria Spada, Paola Cortellesi, Stefano Fresi, Italia, 2015, 103 mn.
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Simonetta Sandri
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