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Da: Lega Emilia Romagna.

“Per permettere alle aziende di convertire la propria attività e produrre mascherine serve una verifica rapida sulla qualità del prodotto e un fondo regionale: i costi della certificazione non possono ricadere sugli imprenditori. E’ assurdo che sia il singolo imprenditore a doversi accollare le spese, peraltro ingenti, delle analisi necessarie ad ottenere il via libera alla produzione, così come è inaccettabile che i tempi di attesa vadano, in certi casi, oltre le due settimane. La Regione deve istituire un fondo regionale per coprire i costi delle prove tecniche di conformità per chi vuole avviare nuove produzioni e deve stilare un protocollo di intesa con l’Istituto Superiore di Sanità e l’Inail per abbreviare i tempi di risposta dei laboratori di analisi. Siamo in piena emergenza, i cittadini sono i primi a pagare le gravi carenze della sanità nazionale e non si può pensare di far pesare su di loro anche i costi di una mala gestione”.

Il consigliere regionale leghista Fabio Bergamini ha scritto ieri una lettera accorata al presidente della Regione, Stefano Bonaccini, chiedendo che l’ente di viale Aldo Moro accolga la proposta di un protocollo d’intesa urgente tra Regione, Istituto Superiore di Sanità e Inail al quale deve aggiungersi la creazione di un fondo regionale a sostegno delle aziende che vogliono riconvertire la propria attività per la produzione di mascherine o altri Dpi.

“L’emergenza Coronavirus ci impone di dare rapidamente risposte alle aziende che intendono mettere in produzione mascherine protettive: tante realtà del territorio ci hanno contattato segnalando difficoltà nell’affrontare il percorso per la conversione della produzione sia in termini burocratici che economici. A quanto risulta dalle segnalazioni gli adempimenti richiedono passaggi tutt’altro che semplici, con tempi lunghi e con costi economici che, complessivamente, possono arrivare a qualche migliaio di euro – spiega Bergamini –. Si tratta di difficoltà che scoraggiano chi con senso civico e buona volontà vorrebbe mettersi a servizio delle prime necessità del Paese e tutto questo accade mentre gli operatori che garantiscono servizi essenziali sono costretti a lavorare a contatto con le persone, in piena emergenza con il rischio di non essere dotati dei dispositivi di sicurezza. Raccogliamo, in tal senso, le sollecitazioni dei sindaci, ed in particolare del primo cittadino di Ferrara, Alan Fabbri: la Regione si attivi subito per dare risposte”.

“E’ urgente la creazione di un fondo regionale apposito – aggiunge il consigliere – per abbattere i costi necessari alle aziende ed ottemperare alle varie norme tecniche (Uni, En, Iso; ndr) ed è indispensabile accompagnare le aziende in un percorso che le aiuti ad individuare i giusti parametri in modo che i dispositivi di protezione prodotti possano superare, in tempi celeri, i test previsti dalle attuali normative. Un protocollo d’intesa tra le parti (Regione, Iss, e Inail) potrebbe agevolare la rapida verifica delle nuove produzioni”.

“Nonostante le promesse di un percorso semplice per la conversione le aziende sono disorientate dalle difficoltà burocratiche che incontrano e dai costi importanti che sono chiamate a sostenere e chiedono invece risposte urgenti – conclude –. Non c’è più tempo da perdere, dobbiamo correre ai ripari per mettere in sicurezza chi lavora quotidianamente per il bene della comunità”.

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