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“La (in)dicibilità del Male: quale lingua per raccontare la Shoah?” Cinque conferenze sull’Olocausto aperte alla città

Articolo pubblicato il 10 Ottobre 2019, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti


Da: Comunicazione Istituzionale e Digitale Unife Ufficio Stampa

Cinque conferenze sull’Olocausto aperte alla città con esperti nazionali e internazionali

Come si fa a dire l’indicibile, con che strumenti, con quali limiti? Come si fa a tramandare la memoria all’interno di un sistema mediatico che continua a mutare?

Proveranno a rispondere a queste domande le cinque conferenze del ciclo di seminari “La (in)dicibilità del Male: quale lingua per raccontare la Shoah?” a cura di Isabella Mattazzi del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara.

Domande che possono fornire uno strumento critico prezioso per le studentesse e gli studenti del Corso di Studi in Lingue e Letterature moderne, per le alunne e gli alunni della Scuola secondaria e per la città di Ferrara. Gli incontri sono infatti pensati come un laboratorio di riflessione sui limiti del linguaggio, su una possibile declinazione politica della parola letteraria, così come sul rapporto complesso tra l’Uomo e la Storia.

I singoli eventi saranno tenuti da esperti nazionali e internazionali sul tema della narrazione della Shoah e si terranno nell’Aula A1 del Polo Didattico degli Adelardi, (Via degli Adelardi, 33).

Programma
Lunedì 14 ottobre, ore 16.15

Auschwitz-Oświeçim-Oshpitzin: l’infrastruttura educativa della memoria
Apertura dei lavori con Alessandro Balboni, Assessore ai rapporti con l’Università di Ferrara e Paolo Tanganelli, Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici di Unife
Grzegorz Karol Russek – International Youth meeting center in Oświęcim/Auschwitz, Centro di Cultura ebraica di Cracovia
Emiliano Ranocchi – Università di Udine

Lunedì 21 ottobre, ore 16.15

Narrare la Shoah. Finzione, testimonianza e nuovo paradigma di verità
Simone Regazzoni – Filosofo

Lunedì 28 ottobre, ore 16.15
Auschwitz, la cultura pop e le disavventure dell’Irrappresentabile
Guido Vitiello – Università di Roma3

Lunedì 4 novembre, ore 16.15
Incarnare memoria. I fantasmi nel teatro di George Tabori
Laura Forti – Regista e autrice teatrale, traduttrice Einaudi

Lunedì 11 novembre, ore 16.15
Lo stile della memoria. Testimonianza e racconto in Primo Levi
Niccolò Scaffai – Università di Lausanne

Gli incontri sono aperti a tutta la cittadinanza fino a esaurimento posti.
L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Ferrara e dal MEIS (Museo nazionale dell’ebraismo e della Shoah).

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani