Il 2015 ci ricorderà i 100 anni dalla nostra entrata nella Grande guerra. Un conflitto che ha segnato profondamente la storia europea, sconvolgendo assetti secolari, segnando la fine di grandi imperi, come quello austro-ungarico e di quello ottomano, ma che soprattutto ha prodotto gli orrori di un conflitto in cui eserciti ancora concepiti con strategie e concezioni ottocentesche venivano schierati e lanciati contro le moderne macchine belliche; come emblematicamente in “Uomini contro” di Francesco Rosi, dove fanti vestiti con protezioni di metallo, venivano mandati contro le mitragliatrici, con esiti catastrofici ma anche grotteschi.
Nel film di Ermanno Olmi “Torneranno i prati”, tutto ciò è raccontato con lucidità e lirismo; un avamposto sulle cime innevate, quasi sempre rappresentato in notturni in bianco e nero di rarefatta suggestione visiva, dove una comunità di uomini in armi vive l’assurdità della guerra, sotto lo sconquasso di spaventosi bombardamenti, e nell’esecuzioni di missioni impossibili e suicide. Poveri Cristi dai volti antichi, in una olografia che non può non rievocare, anche, la poetica e la mitologia di Pier Paolo Pasolini, non a caso nativo del Friuli.
Un film raro e prezioso, realizzato da un uomo nel quale si ascolta e si riconosce l’eco di profonde saggezze; un film contro tutte le guerre; un film che diviene una elegia dei sentimenti più intimi dell’uomo; un film che appare come un estremo atto d’amore nei confronti di quei contadini, di quegli operai, di quei ragazzi, che a centinaia di migliaia furono mandati al macello; un film contro questi barbari riti che l’umanità non riesce a rinnegare.
Nella parte conclusiva del film vengono proiettati sullo schermo immagini di documentari originali e in parte inediti dell’Istituto Luce, nei quali emergono, come in un fantasy gotico, i più svariati e terribili cannoni, obici e mortai dalle forme e dalle dimensioni più inverosimili, e poi nubi di gas, lanciafiamme, enormi sommovimenti di terra, e piccoli uomini-formica che corrono su brulle spianate dantesche, falciati a centinaia in pochi secondi.
Immagini terribili; eppure, quasi per assurdo, le registriamo con un certo distacco, forse anestetizzati dal quotidiano orrore mediatico; mentre invece resta viva la autentica emozione e partecipazione nei confronti di quanto il film nella sua parte “fiction”, con la sua umanità e la sua tenerezza, ci ha fatto vedere e sentire. Un paradosso, come se la finzione fosse più reale del documento; ma forse è questo il merito di un grande film: quello di realizzare una rappresentazione e una narrazione che possano definire una nuova emozione e proporre una reale esperienza.
E quello di Olmi è un grande film.
TEST DI CULTURA CINEMATOGRAFICA
Proponiamo, per chi voglia, una prova sul tema dei film sulla Grande guerra. Per le risposte clicca qui.
1) Vittorio Gassman e Alberto Sordi insieme in un film del 1959, titolo e regista.
2) Il titolo di un film di Sergio Corbucci del 1963 con Franco e Ciccio, che fa la parodia dello sbarco in Normandia.
3) Un film interpretato da Grata Garbo, affascinante spia.
4) Famoso film di Jean Renoir del 1937, con Jean Gabin e Erich von Stroheim.
5) Film interpretato da Rock Hudson e Vittorio De Sica, tratto dal romanzo omonimo di Hemingway.
6) Film tratto dal romanzo di Dalton Trumbo, e dallo stesso diretto, su un soldato prigioniero del suo corpo mutilato senza membra, né occhi, né parole.
7) Il quarto film di Stanley Kubric, del 1957, interpretato da Kirk Douglas.
8) Film del 1918 interpretato e diretto da Charlie Chaplin, in cui il protagonista non era propriamente eroico.
9) Film premio Oscar del 1930, tratto dal romanzo omonimo di Erich Maria Remarque.
10) Film del 1951, diretto da John Huston e interpretato da Humphrey Bogart e Katharine Hepburn.
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Massimo Piazza
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