di Lorenzo Bissi
Nel 5 dicembre del 1970, Dario Fo mette in scena per la prima volta morte accidentale di un anarchico. Nel ’97 vinse il Nobel per la letteratura “perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”. Meno di due mesi fa è passato a miglior vita, lasciandoci in eredità un modo del tutto rivoluzionario di fare teatro, satira, politica, e letteratura nello stesso momento.
“In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta. Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po’ le teste. Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa”
Dario Fo
Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…
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Redazione di Periscopio
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