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Da PD Emilia Romagna

In occasione della seduta assembleare di questa mattina (30 gennaio) la consigliera regionale Marcella Zappaterra interroga la giunta sul tema dei farmaci a base di cannabinoidi (in particolare THC e CBD). Farmaci utili a migliorare le vite di chi soffre di patologie come la spasticità secondaria da Sclerosi Multipla e altre gravi malattie neurologiche come SLA e Morbo di Parkinson, la Sindrome di Gilles de la Tourette, la fibromialgia, l’epilessia o la terapia del dolore nel paziente oncologico.

«Ormai è scientificamente acclarata l’utilità di tali trattamenti a quei pazienti con particolari patologie. – dice la consigliera – Ciò nonostante vi è una forte difficoltà di reperimento di tali farmaci, a causa dell’inadeguatezza della produzione nazionale e di ulteriori problematiche recentemente insorte nell’importazione dall’estero. Per questo interrogo la Giunta regionale per sapere se, vista la drammatica situazione di molti pazienti, sia intenzionata, a fare il punto con urgenza sulle effettive necessità a livello regionale al fine di richiedere al Ministero un eventuale aggiornamento delle stime di richiesta di produzione e importazione di cannabis medica al fine di soddisfare tutte le differenti necessità e garantire il diritto alla continuità terapeutica».

In Italia, pur tra mille difficoltà e restrizioni, è possibile prescrivere farmaci a base di cannabinoidi. Esistono infatti numerose preparazioni a base di cannabis terapeutica, con diversi valori e rapporti fra i principi attivi, ognuna delle quali meglio si adatta ad una determinata patologia o ad un determinato paziente.

«Nonostante però si sia avviata una produzione sperimentale presso l’Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Firenze (ICFM), il soddisfacimento della domanda nazionale di tali preparati farmaceutici al momento è garantito solo grazie alle importazioni di farmaci in particolare dall’Olanda e da un recente bando di fornitura all’ICFM vinto da una azienda tedesco-canadese. – spiega la consigliera – Diversi pazienti già ad inizio estate hanno denunciato tramite una petizione on line, che ha raccolto quasi 45.000 adesioni, che sono costretti ad attendere per giorni prodotti che non vengono dispensati con tempistiche adeguate, senza supporto alcuno, con la conseguente interruzione della terapia anche per periodi medio-lunghi. Queste terapie permettono di condurre vite pressoché normali e dignitose e dovrebbero essere fatte con precisa puntualità e continuità. Questa criticità si è drammaticamente accentuata a fine anno quando, finite le scorte disponibili dell’ICFM e terminata la quota di importazioni autorizzate ai sensi delle normative internazionali sugli stupefacenti, i preparati a base di cannabis, sono di fatto diventati introvabili in regione, ed in tutto il paese».

La consigliera si fa quindi portavoce di numerosi pazienti che nella nostra regione in questi mesi non hanno potuto esercitare il proprio diritto costituzionale alla cura esclusivamente a causa della carenza di medicinale. «La salute viene prima di tutto. – conclude – Per questo chiedo un intervento della Regione. La condizione fisica di questi pazienti non può essere compromessa dalle interruzioni della terapia causate dalla carenza dei farmaci regolarmente prescritti».

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