Skip to main content

La comunicazione e l’educazione ambientale: principi fondamentali per Clara

Articolo pubblicato il 18 Gennaio 2018, Scritto da Redazione di Periscopio

Tempo di lettura: 4 minuti


Troppo spesso, sull’ambiente, i media comunicano i disastri, le crisi e le emergenze e trasmettono paure più che coinvolgimento, impotenza più che informazione e prevenzione. Tra i ruoli dei media dovrebbe esserci, invece, sempre più impartire quel senso di responsabilità verso il prossimo e verso le generazioni future che dà la misura del livello di civiltà di una comunità.

Clara ha a cuore questo tema da sempre, da vent’anni, da quando le società erano due, si chiamavano Area e Cmv e cominciavano a entrare nelle scuole con educatori specializzati per avvicinare i bambini e gli insegnanti al tema dei rifiuti e all’importanza della raccolta differenziata. Le iniziative di Area e Cmv hanno coinvolto in questi anni decine di migliaia di alunni. Rimarrà negli annali Progetto Quadrifoglio: un programma di educazione ambientale articolato e diversificato in svariate tipologie di laboratori, incontri didattici, visite guidate. Progetto Quadrifoglio ha accompagnato per ben tredici edizioni gli scolari del territorio ex Area, coinvolgendo in media 3.500-4000 ragazzi all’anno.
Dal 2017, a seguito della fusione e con l’avvento della nuova società, il progetto scuola si chiama PianetaClara, è dedicato al tema della sostenibilità ambientale legata ai rifiuti ed è rivolto a tutte le scuole dei 21 Comuni soci dell’azienda, dalle scuole d’infanzia fino agli istituti di istruzione superiore.
“Il progetto, presentato anche sul sito www.clarambiente.it/clarainforma/progetti-edu-scuole/, interesserà quest’anno ben 6.500 alunni e altrettante famiglie della provincia di Ferrara. Pianeta Clara – spiega Mirna Schincaglia, responsabile Comunicazione e Relazioni Pubbliche di Clara – rappresenta una dimensione ancora parzialmente da scoprire, un mondo che cerca di dare la giusta importanza a ogni oggetto e materiale, che fa il possibile per ridurre gli sprechi, che investe per riutilizzare e riciclare i rifiuti, che si vuole distinguere per un modo di agire virtuoso e consapevole, in sintonia con i 17 obiettivi contenuti nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Con il grande obiettivo di aiutare i ragazzi di oggi a diventare cittadini più consapevoli e più attenti all’ambiente”.
L’obiettivo dei progetti scuola di Clara va, infatti, oltre quella che è la funzione ‘cognitiva’: non si tratta cioè solo di informare su come funziona la raccolta, di correggere gli errori nella separazione dei rifiuti o di avvisare dell’imminente avvio di un nuovo servizio. Si tratta di produrre cultura ambientale, di sviluppare nei bambini, adulti di domani – ma anche nei loro genitori e parenti, adulti di oggi – quella indispensabile e vitale coscienza ecologica che, seppure abbia fatto molti passi avanti rispetto a vent’anni fa, ha ancora molto da crescere.

Il mondo sta cambiando. Lo percepiamo, ma lo stiamo anche capendo? Crescono attorno a noi i problemi ambientali e sociali: cosa possiamo fare? Di certo possiamo pensare all’equilibrio tra ciò che ci serve e ciò che preleviamo; alla capacità di soddisfare le esigenze presenti senza compromettere le possibilità future. La capacità di mantenere attivo un processo ecologico di sviluppo sostenibile. L’idea l’abbiamo capita, il nostro stile di vita non sempre vi si allinea. Per alcuni siamo in una fase storica in cui la vita sociale si rivolge maggiormente all’interesse e al piacere dell’individuo e si riduce la coscienza del collettivo. La partecipazione, la condivisione – intesa come collaborazione verso obiettivi comuni e non solo come un clic su un social network – manifestano gravi segnali di crisi.
Le città sono ormai entità molto complesse che non si lasciano più guidare da progettualità tradizionali, ma richiedono nuove soluzioni e globalità di impegni. La crescita di una qualità ambientale è un bisogno di tutti, ma la ricerca di soluzioni non è pari al problema. Bisogna mantenere alta la sensibilità e la domanda di sostenibilità e qualità sui servizi pubblici ambientali e più in generale di ambiente. È però cresciuta la consapevolezza della corretta informazione e il cittadino-cliente si aspetta di essere informato, perché attraverso la conoscenza, il consenso e la legittimazione aumenta la sua adesione ai princìpi e ai valori che muovono le organizzazioni. È importante che la funzione del comunicare e le politiche di comunicazione pubblica siano riconosciute da chi ha responsabilità nei servizi pubblici perché si tratta di attivare uno strumento fondamentale per promuovere l’amministrazione ed i suoi servizi e per assicurare ai cittadini il miglior livello di informazione. Vorremmo che queste non fossero solo parole e cercheremo di fare la nostra parte in questa direzione. In questi mesi lo abbiamo fatto in collaborazione con Clara, proponendo articoli che oltre a comunicare l’impegno dell’azienda speriamo abbiano contribuito a soddisfare il bisogno di informazione e trasparenza sul tema dell’ambiente.
Grazie per averci seguito e buon 2018.

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

Tutti i tag di questo articolo:

Redazione di Periscopio



Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani