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Scegliere il futuro: l’orientamento scolastico alla prova della modernità” è l’iniziativa organizzata da Promeco in collaborazione con il Comune di Argenta che si terrà l’11 settembre dalle 8.30 alle 13.00 nella Sala Polivalente. Ospite speciale, Francesco Dell’Oro, autore per la Feltrinelli di “La scuola di Lucignolo” e “Cercasi scuola disperatamente”, esperto di orientamento scolastico porterà il suo contributo: “Adolescenti, insegnanti e genitori: prove tecniche di comunicazione”. Un’occasione unica per approfittare dell’esperienza del professor Dell’Oro, per molti anni responsabile del Servizio di orientamento scolastico del Comune di Milano. Abbiamo quindi pensato di rivolgergli alcune domande.

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La copertina dell’ultimo libro di Francesco dell’Oro

La scuola italiana lascia per strada oltre il 17% dei suoi utenti, collocandosi agli ultimi posti tra i Paesi dell’Ocse. Se fosse una fabbrica avrebbe dovuto chiudere i battenti da quel po’. Sono tutti studenti Lucignolo o la realizzazione di una scuola a misura di tutti e di ciascuno nel nostro Paese è un’impresa disperatamente irrealizzabile?
E’ vero. Nella fascia d’età dai 18 ai 24 anni registriamo un dato preoccupante che ci colloca nei pressi del fanalino di coda dei 28 paesi europei e precisamente al 24° posto: circa 800.000 ragazze e ragazzi delle nuove generazioni non sono andati oltre la terza media. La scuola italiana riesce a valorizzare le eccellenze, la punta dell’iceberg, ma è in difficoltà con la parte che sta sotto. Quella maggioritaria. Con il rischio di non riuscire a cogliere le potenzialità dei nostri adolescenti, giudicandoli con categorie troppo scolastiche e iscrivendoli superficialmente al club dei ‘Lucignoli’. La nostra scuola è un laboratorio di ricerca o è più funzionale a un sistema di cattedre, di materie, di programmi e di ruoli?

Che senso ha oggi parlare di orientamento scolastico di fronte a dati come 2 milioni di neet, giovani che non lavorano, non studiano, non si informano, non leggono, non fanno sport, e abitano rassegnati a casa dei propri genitori. Per non parlare della disoccupazione giovanile ormai al 44,2%?
I dati recentissimi sull’occupazione giovanile, se confermati nei prossimi mesi come tendenza, dovrebbero offrire un quadro in miglioramento, ma non è certo il caso di abbassare la guardia. Gli insegnanti hanno un’enorme responsabilità e devono essere, insieme ai loro studenti e alle famiglie, i principali protagonisti in materia di orientamento scolastico. Non dimenticando che l’orientamento è parte integrante dell’attività scolastica. Non eliminabile. Competenze, sensibilità e un adeguato respiro pedagogico costituiscono i requisiti fondamentali di un formatore. Con l’orientamento non è in gioco una semplice scelta scolastica ma la qualità della vita futura dei nostri ragazzi.

Il nostro sistema formativo cattedra-centrico e scolastico-centrico fatica ad integrarsi con il territorio, così come il territorio fatica a dialogare con la scuola. Non credi che questo sia un tema centrale per la riforma dell’istruzione nel nostro Paese? Che non sia giunto ormai il tempo di superare nei fatti e nell’organizzazione degli studi la rigida separatezza tra saperi formali, informali e non formali? Di avviare seriamente politiche di apprendimento continuo, di life wide learning?

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Il professor Francesco Dell’Oro

Credo si debba costruire e implementare una struttura a rete che pur mantenendo la sua centralità all’interno della scuola e nel rispetto dei livelli di responsabilità dei suoi attori principali, si alimenti con il contributo delle agenzie esterne: unità produttive, enti locali, agenzie di formazione, ma anche associazioni culturali, laiche e religiose. Dobbiamo offrire agli attuali adolescenti responsabilità, capacità critica, l’etica del lavoro, competenze e una solida preparazione culturale. La vera garanzia per muoversi e vivere in una società complessa nella quale, come donne e uomini, dovranno assumere responsabilità personali, professionali e sociali.
Il villaggio globale delle informazioni e dei mercati è già una realtà. Ma sembra delinearsi un futuro incerto: il villaggio globale della solidarietà e dei valori è ancora lontano. Gli avvenimenti di questi ultimi mesi producono angoscia e turbamento in tutta Europa. Nel mondo. Purtroppo la nostra Europa è ancora piccola, fragile e alla faticosa ricerca di una propria identità.
A tutti coloro che si occupano di formazione si presenta un percorso molto impegnativo. Bisognerà modificare i propri comportamenti, superando un sistema scolastico imbrigliato in un sapere che non può essere trasmesso come cento anni fa. Paradossalmente senza dimenticare che spesso le soluzioni ci sono già state suggerite da coloro che ci hanno preceduto. Occorre recuperare una memoria pedagogica che forse abbiamo dimenticato.

In Italia ormai non si fa più da anni ricerca didattica, sui modi dell’apprendimento calati nella vita quotidiana delle classi, nel rumore d’aula. La nostra scuola sembra essersi accodata alle classifiche dei test dell’Ocse Pisa. Come se ne può uscire?
I test e i criteri di valutazione delle persone mi fanno venire l’orticaria. Facciamo pure una ricerca didattica purché non si concluda sempre o quasi con una banale affermazione dell’esistente. Con qualche ghirlanda per infiorare il tutto. Serve un profondo cambiamento: nelle materie, nel tempo scuola, nelle modalità di insegnamento, nel sistema di valutazione, negli spazi, negli orari. Partendo anche da cose apparentemente banali. Ad esempio, superando lo schema obsoleto della cattedra altare con i banchi dei fedeli devoti. Tutto ciò comporterà sofferenza e grandissime resistenze. Ma non possiamo fare oggi a scuola quello che abbiamo fatto ieri o l’altro ieri. Il rischio è quello di non riuscire a decontestualizzare l’esperienza. Dovremo essere meno autoreferenziali e più capaci di immaginare il futuro dei nostri figli.

“Adolescenti, insegnanti e genitori: prove tecniche di comunicazione” è il contributo che l’11 settembre porterai alla Sala Polivalente di Argenta nell’ambito dell’iniziativa promossa dal Comune di Argenta e da Promeco. Perché “prove tecniche di comunicazione”?
Tutti noi, genitori e insegnanti, siamo un po’ in difficoltà. E, spesso, ci muoviamo quasi come apprendisti stregoni. Comunicare con il pianeta degli adolescenti non è facile. E’ una terra troppo inesplorata. Eppure quando riusciamo a trovare i codici d’ingresso (linguaggi, sensibilità, relazioni e tempi…) rimaniamo sbalorditi. La scuola richiede impegno e fatica. Condizioni che possono essere realizzate solo in presenza di passione, interesse e tanta, tanta, tanta curiosità.
La conferenza che terrò ad Argenta potrebbe essere un’occasione per affrontare questi temi, con simpatia e, per quanto possibile, con leggerezza. Con una particolare attenzione: la mia lettura sulla scuola sarà parziale. Dalla parte degli adolescenti. Come genitori e come insegnanti possiamo anche non condividerla, ma credo sia un errore non considerarla. E’, comunque, quanto ho potuto osservare in 46 anni di attività professionale. Le scuse, quindi, sono anticipate.

Per visitare il sito di Francesco dell’Oro clicca qui.

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Giovanni Fioravanti

Docente, formatore, dirigente scolastico a riposo è esperto di istruzione e formazione. Ha ricoperto diversi incarichi nel mondo della scuola a livello provinciale, regionale e nazionale. Suoi scritti sono pubblicati in diverse riviste specializzate del settore. Ha pubblicato “La città della conoscenza” (2016) e “Scuola e apprendimento nell’epoca della conoscenza” (2020). Gestisce il blog Istruire il Futuro.


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