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A noi che non siamo abituati e siamo immersi in ben altre preoccupazioni, potrà sembrare per lo meno strano che ministri, sindaci, assessori, responsabili dell’istruzione a tutti i livelli, esperti di formazione, imprese e settori privati di tutto il mondo decidano di incontrarsi per discorrere di apprendimento, di istruzione, di educazione permanente.
È successo dal 28 al 30 settembre scorsi a Città del Messico, dove si è tenuta la seconda conferenza internazionale delle “Learning cities”, le città che apprendono. La prima aveva avuto luogo a Pechino nel 2013.
Oltre 650 i partecipanti, uomini e donne di tutte le età provenienti da tutte le aree geografiche che aderiscono all’Unesco. Si sono riuniti per condividere le loro esperienze, imparare dalle esperienze degli altri, stringere rapporti di cooperazione, creare sinergie per migliorare l’apprendimento permanente nelle comunità di tutto il mondo.
Riuniti in un momento non certo facile, anzi particolarmente critico per la difesa della pace mondiale e dei diritti umani. Però hanno aderito all’appuntamento spinti dall’urgenza di ribadire che l’istruzione, l’apprendimento permanente dei cittadini e delle città di tutto il mondo hanno un ruolo cruciale da svolgere nella realizzazione di uno sviluppo sociale, economico e ambientale sostenibile.
Perché oggi le città ospitano più della metà della popolazione mondiale, vivono dinamiche interculturali, hanno strutture e servizi per coinvolgere i cittadini, sono in una posizione forte per promuovere l’apprendimento permanente come mezzo per affrontare le sfide dello sviluppo.

Una città che apprende è una città che mobilita in modo efficace le proprie risorse in tutti i settori, che promuove l’apprendimento inclusivo dall’istruzione di base ai più alti livelli, promuove la rivitalizzazione dell’apprendimento in famiglie e comunità, facilita l’apprendimento nei luoghi di lavoro, estende l’uso delle moderne tecnologie di apprendimento, migliora la qualità e l’eccellenza dell’apprendimento, promuove una cultura dell’apprendimento per tutta la vita. Consente l’empowerment e la coesione sociale, la responsabilizzazione individuale, lo sviluppo economico, la prosperità culturale e lo sviluppo sostenibile nelle città.
La città che apprende, uscita dalla Conferenza Unesco 2015 di Città del Messico, è una città che investe sull’istruzione e l’apprendimento permanente in modo che crescano sempre più solidarietà e responsabilità sia individuale sia sociale. Una città in cui l’impegno civile delle persone aumenta in partecipazione e senso di responsabilità. Le strategie di apprendimento permanente promuovono la tutela dell’ambiente, motivano i cittadini a proteggere l’ambiente naturale, a combattere il cambiamento climatico, ad adottare modelli sostenibili di produzione e consumo.
Offre un’istruzione innovativa, diversificata e flessibile. Opportunità di apprendimento permanente che migliorano la conoscenza e la comprensione dei problemi di salute dei cittadini, in modo che ognuno abbia il controllo della propria salute e sia in grado di sviluppare atteggiamenti di cura e di sostegno verso gli altri. Inoltre garantisce che le condizioni strutturali e ambientali in atto contribuiscono positivamente alla salute e al benessere dei cittadini.
Assicura che i cittadini abbiano un accesso adeguato ai servizi di pubblica utilità e a tutte le informazioni, come presupposti per la partecipazione all’istruzione e alla formazione permanente.
Attiva tutti i cittadini affinché contribuiscano alla crescita economica sostenibile, inclusiva, fornisce loro opportunità di apprendimento continuo, promuove un uso efficace delle Ict e di altre moderne tecnologie di apprendimento, al fine di sviluppare le conoscenze, le competenze, i valori e gli atteggiamenti necessari ai cittadini per trovare un lavoro produttivo e soddisfacente e partecipare pienamente alla società.
Coinvolge nel progetto di città che apprende tutti i diversi settori: sanità, istruzione, arte e cultura, sport e tempo libero, trasporti, assistenza sociale, urbanistica, alloggio e turismo. Istituisce partenariati tra governo locale, settore privato e società civile.

Per i governi delle città che vogliano aderire alla rete mondiale delle ‘learning city’ dell’Unesco, la Conferenza di Città del Messico ha tracciato la road map da seguire.
È necessario dotarsi di un quadro normativo che supporti lo sviluppo della città come ‘città che apprende’, creare strutture coordinate in tutti i settori e allocare le risorse per rafforzare istruzione di qualità e apprendimento permanente accessibile a tutti.
Sono soprattutto i giovani che devono essere coinvolti, perché sono loro gli attori veri nella costruzione della città che apprende e che guarda al futuro, portatori di un progetto di apprendimento nuovo che ha bisogno delle istituzioni educative, dalle scuole alle università, ma per andare oltre. E poi il settore privato, affinché dia priorità alla formazione permanente come parte della sua responsabilità nella formazione aziendale, le organizzazioni della società civile, perché contribuiscano alla fornitura di un’istruzione di qualità e di opportunità di formazione e di apprendimento permanente per tutti, perché questi sono i preziosi beni immateriali di cui la società tutta oggi necessita.

Per questo tutti i cittadini sono sollecitati a diventare studenti attivi, per contribuire al processo di apprendimento e per svolgere un ruolo da protagonisti nel trasformare le loro comunità in ambienti di apprendimento che consentono l’accesso libero e aperto al materiale digitale, come a quello stampato, così come l’accesso alla cultura e alle arti.

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Giovanni Fioravanti

Docente, formatore, dirigente scolastico a riposo è esperto di istruzione e formazione. Ha ricoperto diversi incarichi nel mondo della scuola a livello provinciale, regionale e nazionale. Suoi scritti sono pubblicati in diverse riviste specializzate del settore. Ha pubblicato “La città della conoscenza” (2016) e “Scuola e apprendimento nell’epoca della conoscenza” (2020). Gestisce il blog Istruire il Futuro.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it