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da: organizzatori

Si chiama Skip, è un progetto europeo, biennale (2013-2015), finalizzato all’inserimento lavorativo per adulti disabili. Nella versione definitiva, con esiti e obiettivi, è stato presentato ieri (venerdì) alla Città del Ragazzo, che come capo fila lo ha coordinato. Finanziato per il 75 per cento dei 396mila euro complessivi dall’Eacea (Education, Audiovisual and Culture Executive Agency) e coperto per la restante parte da autofinanziamento dei singoli partner, ossia Italia (Opera Don Calabria-Città del Ragazzo), Germania, Spagna, Repubblica Ceca, Grecia, Skip è oggi realtà. Frutto di un lavoro di confronto delle differenti prassi esistenti nei vari Paesi, strutturato in moduli, teso a valorizzare le competenze e l’auto stima dei destinatari, è stato sperimentato su una sessantina di formatori e altrettanti fruitori. Il risultato, come ha spiegato Silvia Cavicchi, referente per l’Opera Don Calabria-Città del Ragazzo, è la realizzazione una solida piattaforma ICT «che nel tempo potrà essere aggiornata e integrata». Un aspetto fondamentale, secondo l’assessore comunale competente, Chiara Sapigni, tanto più perché oggi più che mai bisogna valorizzare i servizi personalizzati. Soddisfazione e orgoglio ha espresso il direttore, Giuseppe Sarti, che ha rimarcato l’importanza della «condivisione dei linguaggi» dei differenti mondi, quindi istituzioni, associazionismo, cooperazione, impresa, volontariato, «per lavorare assieme». Un plauso è giunto da Carlos Dana, portavoce del Comitato ferrarese Area Disabili e Presidente della locale sezione Anmic (Associazione Nazionale mutilati e invalidi civili), secondo cui Skip pone le base per fare comprendere la differenza tra assistenzialismo, che si risolve in danari, e assistenza, che riguarda gli strumenti. «La scommessa – la chiosa di Dana – è fare comprendere che i disabili, anche nel mondo lavorativo, sono una risorsa, non un peso»

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