Ogni volta che in borsa c’è una flessione i giornali gridano al disastro. La borsa brucia soldi e i risparmi degli italiani, questo il film che è andato in onda anche sabato 3 agosto e a cui i politici, soprattutto delle opposizioni, si sono aggrappati per addossare le colpe del presunto crollo alla maggioranza di turno. Del resto è uno schema che si ripete, si presume infatti che anche l’attuale maggioranza avrebbe utilizzato la notizia nello stesso modo a parti invertite. Nessun politico riesce a fare a meno di una buona fake news quando si tratta di aumentare il proprio consenso o screditare l’avversario.
In realtà, come sempre, si tratta proprio dell’ennesima bufala perché le borse sono per loro natura altalenanti. La flessione iniziata la prima settimana di agosto e proseguita parzialmente nella seconda, è stata causata solo in parte dalle faccende di casa nostra, basti pensare al susseguirsi dei tweet di Trump sul tormentone dei dazi alla Cina. Ma poi ci sono ogni giorno notizie che hanno il loro peso, dagli indici di crescita della produzione industriale in ogni paese del mondo a quella della pioggerellina che anticipa l’autunno in Giappone.
Di fatto la flessione della borsa di Milano è stata superiore al 3% ma non è stata l’unica. Ha interessato altri indici come il Dow Jones – 1,02, Msci World -3,05, Stoxx -3,35, S&P500 -0,83 e un po’ tutte le borse del mondo.
Siamo in crisi dunque a causa della borsa e si abbasseranno le nostre difese immunitarie? I dati dicono altro. La borsa di Milano ha aperto l’anno a 18.408 punti per salire (in maniera … altalenante) fino ai 21.250 punti proprio a ridosso di quel fatico venerdì 2 agosto. Un guadagno da inizio anno di oltre 2.840 punti, ovvero più del 15% senza che gli italiani ne fossero messi al corrente, si presume. Del resto i giornali non spiegavano come mai i loro risparmi erano diminuiti del 3% in un solo giorno senza essere però cresciuti del 15% nei sei mesi precedenti. Come mai, insomma, non abbiamo traccia del nostro 12% di guadagno uscito indenne dalla flessione delle borse di inizio agosto?
Torniamo alla realtà. C’è stata una flessione fisiologica che riguarda le borse e non i nostri risparmi che, tra l’altro, è già parzialmente in fase di recupero visto che la chiusura del 18 agosto era a 20.347 punti. Si torna dunque sopra quota 20.000 punti, il che fa ben sperare in una nuova onda al rialzo.
Dietro ogni titolo in borsa ovviamente c’è gente che lavora, aziende che producono e anche tanti speculatori che comprano azioni solo perché si attendono dei guadagni, cioè di fare soldi investendo altri soldi. E questo qualche volta li rende ricchi, come ha fatto con Warren Buffett o Soros, il più delle volte li impoverisce, ma sempre ed entrambi alterano l’economia reale.
Economia che come sappiamo è interconnessa, la produzione di un’area geografica si interfaccia con il consumo mondiale, i capitali circolano liberi e tutto questo rende i prezzi volatili, soggetti all’umore ballerino. In particolare è volatile il prezzo delle azioni che è stimolato in molti casi proprio dalla speculazione, dai tanti operatori che comprano o vendono per i più svariati motivi. Ci sono aziende che comprano migliaia di azioni proprie per non farne crollare il prezzo (buy back), oppure le rivendono per farlo crollare, a seconda dei loro interessi del momento. Poi ci sono aziende quotate in borsa che producono beni reali ma realizzano guadagni maggiori proprio dalla borsa e per questo vi dedicano maggiore attenzione. Più che a creare fabbriche per impiegare metalmeccanici.
Le borse mondiali, da inizio anno e al pari della borsa di Milano, hanno realizzato ampi margini di crescita, ad esempio in Europa Stoxx +10,98%), negli Stati Uniti S&P500 +16,84%; Dow Jones +12,80%. Ogni tanto lo si legge, ma a che serve del resto pontificare? I guadagni non sono per tutti, il risparmio degli italiani non aumenta quando la borsa cresce e allora lo si lascia correre. Meglio amplificare le flessioni, gli inciampi, per ricordare a tutti che il nostro destino è legato alla finanza e al denaro e che, se le cose dovessero andare male per qualcuno, noi tutti saremo chiamati a rimetterle a posto con i nostri risparmi.
Ma poiché in borsa si fa tanta speculazione e si crea denaro dal denaro, quindi dal nulla, se le cose andassero male ciò che noi dovremmo eventualmente ripagare, più che le perdite, sarebbe il mancato guadagno di pochi.
È solo il caso di ricordare, poi, che in borsa si “scommette” al rialzo (buy) ma anche al ribasso (sell), per cui, se gli indici di borsa vanno giù, perde solo chi ha puntato al rialzo mentre gli altri incassano. Di conseguenza in borsa c’è sempre chi vince e chi perde, i soldi si spostano e non si bruciano.
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Claudio Pisapia
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