Guardo le rose nella veranda di casa e ne vedo contemporaneamente di mature, di appassite e dei boccioli. Così mi viene in mente il celebre quadro Le tre età della donna di Gustav Klimt. Il particolare dell’abbraccio fra la donna e la bambina ha sempre colpito per la sua profondissima tenerezza diventando uno dei simboli artistici del rapporto mamma-figlio. Tuttavia l’anziana conferisce una sensazione cupa: smunta dai parti e dal lavoro, si copre il volto aspettando la morte. É un corpo ormai consumato. L’immagine della piccola e della donna adulta è piena di vita e serenità, è chiaramente positiva. E mi domando, non si potrebbe rappresentare anche la vecchia attraverso un’immagine positiva? Al di là delle fragilità e difficoltà tipiche di ciascuna età, e al di là della sola apparenza, perché non mostrare la dignità di tutte? Mostrare anche la bellezza di chi ha raggiunto l’autunno della vita?
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Vittoria Barolo
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