Caschi Blu della cultura: un successo internazionale italiano
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All’indignazione e alla tristezza per tanti monumenti che l’estremismo manda in frantumi sono seguiti i fatti. Il 17 ottobre, infatti, è finalmente arrivato l’accordo del Consiglio esecutivo dell’Unesco alla proposta italiana di creare dei meccanismi per potersi avvalere di una forza internazionale dedicata, i “caschi blu della cultura”, e di continuare a lavorare in sede Onu per includere la componente culturale nelle missioni di pace.
Il ministro Dario Franceschini era stato grande sostenitore di questa iniziativa ed è di qualche giorno fa la notizia che la Corte Penale Internazionale dell’Aja ha cominciato a perseguire per crimini di guerra coloro che hanno perpetrato azioni di distruzione di monumenti storici importanti.
La comunità internazionale finalmente reagisce su un tema che tocca tutti, perché riguarda la nostra storia, le nostre radici, la nostra cultura, spesso comune. Se poi la risoluzione, co-firmata da altri 53 Stati e sostenuta dai membri permanenti del Consiglio di sicurezza, è stata presentata dall’Italia, culla della cultura, ancora meglio: un po’ di sano orgoglio nazionalistico, in un momento in cui ne abbiamo particolarmente bisogno. Per Dario Franceschini, si tratta di “un successo internazionale del nostro Paese (…): adesso occorre definire subito gli aspetti operativi della nostra proposta. Occorre una task force internazionale che dovrà intervenire laddove il patrimonio dell’umanità è messo a rischio da catastrofi naturali o da attacchi terroristici”. A guidare il gruppo che cercherà di proteggere il patrimonio culturale in pericolo nelle aree del mondo con gravi crisi politiche e sociali in corso potrebbero essere proprio gli italiani. Il premier Renzi, al suo discorso alle Nazioni Unite lo scorso 29 settembre, aveva annunciato che l’Italia era intenzionata a mettere a disposizione della comunità internazionale unità specializzate formate dai Carabinieri del Nucleo per la protezione del patrimonio culturale e artistico, “con compiti sia di formazione che operativi per proteggere il patrimonio e fungere da consiglieri ai governi locali”, aveva aggiunto. Le competenze ci sono. Un passo in avanti della diplomazia culturale di cui l’Italia si sta facendo portavoce. In prima linea per la cultura. Da seguire.
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Simonetta Sandri
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