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Il giorno della Befana quest’anno a Ferrara la ‘vecchia’ non brucerà nel mezzo di piazza Trento Trieste, a fianco del Duomo. Per una volta niente rogo, ma solo canti, balli e calze piene di caramelle, cioccolata e dolcetti.
La scelta di non fare il falò e di non bruciare la strega che porta doni è stata dettata da motivi ambientali. I ripetuti sforamenti dei valori di polveri sottili nell’aria di Ferrara (come in quella di Cento e di diverse altre città dell’Emilia-Romagna) hanno reso necessario prolungare le misure di emergenza fin dopo l’Epifania. Ciò ha comportato che in questi giorni si siano rese necessarie le limitazioni al traffico per le macchine più inquinanti, la riduzione delle temperature negli edifici e – appunto – anche il divieto di accendere fuochi all’aperto. Nel Ferrarese il provvedimento del sindaco, che prevede queste restrizioni basate sulle indicazioni regionali, è entrato in vigore il 31 dicembre 2018 con validità fino a lunedì 7 gennaio 2019, andando così a scontrarsi con la tradizione di accendere i falò per bruciare la ‘vecchia’.

Befana in volo a Vigarano Mainarda (Ferrara), 3 gennaio 2019 – foto Valerio Pazzi

Per questo, a pochi giorni dall’Epifania, a Ferrara è scattato il dilemma: fare o non fare il rogo, chiedere una deroga o cercare di cambiare qualcosa? Finalmente ieri (venerdì 4 gennaio) è arrivata la decisione. Il presidente della contrada Rione di San Paolo, a cui è affidata l’organizzazione della giornata di festa per i più piccoli, ha deciso in accordo con il Comune di Ferrara che il rogo si poteva evitare. L’idea che ha prevalso è stata quella di festeggiare la Befana e basta, senza bisogno di andare a tirare in ballo fuochi, roghi e falò.

Rogo della Befana a Casumaro (Ferrara)
Il falò documentato dal fotografo Valerio Pazzi

“La decisione – si legge sulla pagina del quotidiano online del Comune di Ferrara Cronacacomune [cliccare sul nome della testata per leggere l’articolo] – è stata presa per dare un segnale di attenzione alle problematiche dell’aria e della salute dei cittadini, rispettando anche i sacrifici già richiesti ai cittadini attraverso i provvedimenti di limitazione messi in campo a livello regionale e recepiti dai Comuni aderenti al protocollo Liberiamolaria”.

L’allestimento di una Befana qualche anno fa a Casumaro (Ferrara) – foto Valerio Pazzi

Le stesse direttive coinvolgono, ad esempio, il territorio di Cento (sempre in provincia di Ferrara) dove invece è stato deciso di mantenere il rogo della Befana, spostandolo però in quel caso fuori dalla zona sottoposta alle misure di tutela della qualità dell’aria. Grazie anche al fatto che il territorio comunale centese è più ridotto, domenica 6 gennaio 2019 la “vecchia” sarà bruciata comunque, ma non nella centralissima piazza della Rocca, bensì nel piazzale del Palasport.

Magari piano piano si potrebbe pensare a rimpiazzare anche altri roghi con le feste. La Befana ha un suo fascino magico e da bambina non ho mai trovato divertente vederla bruciare. È vero che può portare un po’ di carbone, nel caso in cui inevitabilmente non ci si sia comportati proprio bene. Ma è bello pensare di lasciarla svolazzare nell’aria, sperando magari che nel frattempo possa spazzare via anche un po’ di smog.

Le foto a documentazione dei festeggiamenti ferraresi della Befana sono tutte di Valerio Pazzi

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, MN 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, BO 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici UniFe, Mimesis, MI 2017). Ha curato mostra e catalogo “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it