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da: Alcide Mosso

Krzysztof Charamsa è venuto a Ferrara al festival nazionale della cultura gay. Che grande idea! Si tratta di un personaggio, discutibile, criticato pure nell’ambito della comunità gay.
Aggiungo che, secondo quanto riportato dalla stampa, l’ex monsignore ha accusato Papa Francesco di non essere intervenuto nel dibattito politico sulla legge Cirinnà. E’ incredibile! Se la Chiesa interviene (vedi dichiarazioni del Card. Bagnasco), apriti cielo! E se non interviene…apriti cielo lo stesso. Viva la coerenza!
Preferirei che il nostro beneamato Sindaco promuovesse iniziative atte a portare maggiori benefici alla cittadinanza. Per fare un esempio, sarebbe interessante sapere, con dati credibili, quali ricadute ha avuto sul tessuto economico cittadino la pur apprezzabile mostra dedicata al grande De Chirico. Circa il comizio del signor (si fa per dire) Charamsa mi pare che il soggetto dimostri di essere persona in grande crisi di identità, che non sa più come motivare le proprie scelte. La Chiesa ed il Cristianesimo, al contrario dell’Islam, non sono omofobici o femminofobici nè maschilisti. Basterebbe pensare a Caterina da Siena o a Teresa d’Avila, entrambe portate all’onore degli altari. La Chiesa tratta tutti con uguale dignità. Richiama però, secondo me, alla ricerca di obiettivi e scopi nella vita che non possono esaurirsi nella ricerca del piacere fine a sè stesso, siano economici, gastronomici o sessuali benchè ognuno di questi piaceri possa contribuire ad apprezzare la vita. Il celibato non credo possa essere considerato una imposizione (tant’è che il matrimonio dei preti è generalmente ammesso nella chiese cattoliche orientali) ma una richiesta che la Chiesa fa a chi sceglie di dedicare la propria vita a un totale impegno rivolto alla purezza del soprannaturale. Anche nell’antichità vi furono cavalieri, guerrieri e anche oggi monaci buddisti che hanno scelto il celibato. Il Dalai Lama in esilio dice che “l’astinenza sessuale dà più indipendenza e più libertà”. Però, se certe cose le dice il Dalai Lama, nessuno fiata. Se le dice il Papa o un Cardinale…tuoni e fulmini! Per questo penso che mister Charamsa, nonostante i sorrisi, sia in crisi: può essere omosessuale ma ha sbagliato nel pretendere di avere vita di coppia ed essere anche sacerdote: è venuto meno alle proprie scelte. E non occorre essere credenti o cattolici per affermarlo.
Basti pensare a ciò che ha scritto Marco Damilano, vicedirettore de “L’Espresso”, non certo sospettabile di simpatie filoecclesiastiche: «Monsignor Krzysztof Charamsa fa coming out con il compagno davanti alle telecamere e accusa la Chiesa di omofobia. Legittimo, ma che c’entra con il suo caso? Etero o omo che sia, per un prete vale l’obbligo del celibato, un teologo dovrebbe saperlo. Così la sua confessione pubblica è un regalo per i media ma per la sua causa, qualunque essa sia, si trasforma in un autogol. Quasi un autodafè» (L’Espresso, 15.10.2015, p.71). In tempi di “spending review” mi chiedo infine se sia stato saggio impiegare il pubblico denaro per sostenere manifestazioni organizzate da chi invita personggi discussi come Charamsa – e spende scorrettamente (per dire il meno) il nome di Don Bedin- al solo scopo di attirare l’attenzione dei media e di fare propaganda alla lobby gay.
Chi vuol fare propaganda paghi almeno (e per intero) di tasca propria!

Alcide Mosso

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