Jobs Act, Coldiretti: bene tavolo per il lavoro in Emilia Romagna
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da: ufficio stampa Coldiretti
Distretti produttivi, made in Italy, lotta alla burocrazia per crescere
Il confronto è sempre positivo e siamo pronti a collaborare per far ripartire la crescita. E’ questa la posizione di Coldiretti Emilia Romagna sul tavolo per il lavoro proposto dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, alla forze economiche e sociali.
Per rilanciare l’occupazione secondo Coldiretti l’Emilia Romagna bisogna esplorare e valorizzare fino in fondo le potenzialità dei distretti produttivi, promuovere il made in Italy, potenziare la capacità di investimenti del Piano di Sviluppo rurale (Psr) e ridurre la burocrazia che pesa sule imprese.
“Con i due Piani di Sviluppo rurale precedenti (2000-2006 e 2007-2013) – ha ricordato il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – abbiamo dimostrato di sapere utilizzare fino in fondo tutte le opportunità, arrivando a impiegare circa due miliardi di euro, e dimostrando che le imprese che hanno investito sono cresciute in termini di innovazione, attrezzature, occupazione. Bisogna proseguire sulla strada degli investimenti e allo stesso tempo snellire i rapporti tra imprese e pubblica amministrazione. A tal fine occorre rendere operativi gli accordi con i Caa (Centri Autorizzati di Assistenza Agricola), per svolgere le pratiche delle aziende con tempi certi e inferiori rispetto a quelli attuali. In questo modo si darebbe un importante sostegno all’economia e al reddito delle aziende perché si ridurrebbe il tempo che un imprenditore deve perdere per risolvere problemi burocratici”.
Secondo una stima Coldiretti ben il 45% delle imprese agricole ha sempre considerato la burocrazia il principale ostacolo allo sviluppo. Le pastoie burocratiche risultano in particolare essere uno degli ostacoli principali per un giovane che voglia avviare l’attività agricola, come evidenzia anche una indagine Coldiretti dalla quale emerge che quattro giovani su dieci indicano le lungaggini nell’esame e nella predisposizione delle domande e dei documenti come il principale problema della libertà d’impresa.
“L’importanza della difesa del made in Italy agroalimentare – ha proseguito Tonello – si evince dalla importanza di combattere i falsi. Secondo le nostre stime i prodotti dell’Emilia Romagna vengono falsificati nel mondo per un valore di 8 miliardi di euro, di cui la metà è rappresentata dal solo Parmigiano Reggiano. Se nell’economia globalizzata, dovessimo recuperare l mercato dei falsi con il nostro prodotto autentico, potrebbe arrivare a recuperare 30 mila posti di lavoro”.
Anche l’occupazione dipendente in agricoltura si sta aprendo a nuove opportunità. “Se è vero che spesso il lavoro stagionale delle grandi campagne – ha detto Tonello – ha impiegato soprattutto manodopera straniera, negli ultim anni, complice la crisi, vede un ritorno degli italiani. Più di due giovani italiani su tre (68 per cento) ‘sognano’ di partecipare alla vendemmia e alla raccolta della frutta secondo il dossier ‘Lavorare e vivere green in Italia” elaborato da Coldiretti in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente del 2014. E’ chiaro però – a concluso Tonello – che diventa fondamentale introdurre anche per il lavoro agricolo la necessaria flessibilità per aumentare le opportunità per imprese e lavoratori”.
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