Jazz, FestivalCrossroads : Masekela il 28 maggio
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da: organizzatori
Hugh Masekela, portabandiera e mito della musica sudafricana tra jazz e world music, è uno dei nomi più attesi del vasto calendario dell’edizione 2015 di Crossroads, il festival itinerante organizzato da Jazz Network e dall’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna.
E finalmente è arrivato il suo momento: lo storico trombettista e cantante sarà al Teatro Asioli di Correggio giovedì 28 maggio (alle ore 21) in prima italiana con il suo concerto “Playing at Work”. Sul palco al suo fianco troveremo Fana Zulu (basso elettrico), Cameron Ward (chitarra), Johan Wilem Mthethwa (tastiere), Lee-Roy Sauls (batteria), Francis Manneh Fuster (percussioni).
Il concerto è realizzato in collaborazione con il Comune di Correggio nell’ambito di Correggio Jazz.
Biglietti: prezzo unico euro 12.
Classe 1939, Hugh Masekela è l’indomito campione del jazz sudafricano. Impugna la sua prima tromba all’età di quattordici anni, dimostrando subito la sua predisposizione per lo strumento.
Nei suoi primi anni di attività professionale il jazz si alterna alla musica popolare, mentre le drammatiche condizioni civili del Sudafrica in piena apartheid si riflettono sia nell’espressività del suo stile che nelle scelte di vita di Masekela.
Nel 1959 forma i Jazz Epistles, tra gli altri con Dollar Brand (poi noto come Abdullah Ibrahim): è il primo gruppo di jazz sudafricano a incidere un disco.
L’inasprirsi dell’apartheid e il massacro di Sharpeville, nel 1960, convincono Masekela a lasciare il paese. Fa rotta verso gli Stati Uniti, dove riprende gli studi e, grazie all’amicizia di Harry Belafonte e Miriam Makeba (che poco dopo sarebbe diventata sua moglie, anche se per breve tempo) viene introdotto nel giro delle case discografiche: MGM, Mercury, Verve, presso le quali sviluppa una personale ibridazione di jazz, pop e musica africana.
Il grande successo arriva sul finire degli anni Sessanta, dopo il divorzio dalla Makeba e il trasferimento in California. In questo periodo collabora anche con i Byrds e Bob Marley.
Nel corso degli anni Settanta fa la spola tra Stati Uniti e Africa, realizzando progetti dai sempre più marcati influssi etnici, finché nel 1990, a seguito della fine del regime di segregazione razziale, decide di stabilirsi nuovamente in Sudafrica.
Da allora la sua influenza e attività come nume della musica di quel paese non è mai venuta meno.
Pur essendo attivo soprattutto come jazzista, sono le sue sortite in altri territori ad aver fatto di lui un mito della musica africana: è stato tra i primi fautori di un tipo di fusion che oggi si identifica come world music, ma ha suonato anche in ambito pop, R&B e disco.
Informazioni:
Jazz Network, tel. 0544 405666, fax 0544 405656, e-mail: ejn@ejn.it
website: www.crossroads-it.org – www.erjn.it

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Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani