Skip to main content

Spiace, ma ahimè non sorprende, riscontrare una continuità di scelte e di temi fra la passata amministrazione di centro sinistra, guidata dal sindaco Tagliani, e quella attuale di centro destra retta da Alan Fabbri. Molti potrebbero essere gli esempi; mi limito a riproporre un argomento che non dovrebbe essere motivo di discussione, ma che invece continua ad essere tristemente attuale.

Nel 2013 l’Amministrazione Comunale bandì un premio, intitolato Riconoscimento Quilici, con l’intento di valorizzare e proporre come modello ai giovani ricercatori la figura di un antisemita esaltatore e propugnatore delle leggi razziali. Lo strumento fu l’Istituto di Storia Contemporanea, che avvallò con la sua autorevolezza scientifica una scelta che si poteva solo condannare.

Lo stesso Istituto si presta, ancora una volta, a giustificare e a promuovere la annunciata esposizione dedicata ad Italo Balbo trasvolatore.

L’operazione è sofisticata: si astrae un singolo episodio dalla carriera di un violento organizzatore dei fasci, responsabile, nelle nostre campagne, di distruzioni, incendi, assassinii, gerarca fascista e uomo del regime: se ne esalta la positività e si lascia che questa faccia opinione e contribuisca a quella opera di revisione del giudizio morale che non può essere accettata.

Nessuno vuole chiudere o impedire la ricerca storica, ma questa si fa non con esposizioni agiografiche, a partire dal tema, costruite con il materiale fornito dalla famiglia, ma con la ricerca, con convegni, con pubblicazioni che collocano i singoli episodi all’interno di un contesto. Lo attesta l’ampia bibliografia esistente.

Italo Balbo non ebbe il coraggio di dissociarsi pubblicamente dalla promulgazione delle leggi razziali e ne fu oggettivamente complice; tanto più grave la sua adesione in quanto, personalmente, non era antisemita come testimonia la amicizia con il Podestà Ravenna. Riproporne la figura in  termini positivi senza che le istituzioni vogliano rendersi conto del significato eversivo della proposta, senza che vi sia pubblico e diffuso dissenso, è triste segno di tempi che non fanno bene sperare, che si prospettano poco civili.

Cover: Tratto da Wikipedia commons: Monumento aos Heróis da Travessia do Atlântico , de Ottone Zorlini (1891-1967), em São Paulo, Brasile – fundo editado (sfondo modificato)

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

tag:

Ranieri Varese



Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it