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Da: Informazioni Alberto Bova
Un commento ai dati del Sole24ore sulla salute delle province italiane
Certo che la nostra provincia, in posizione 100 su 107 province per ciò che riguarda l’indice di salute non se la passa benissimo. Anzi. E siamo sempre gli ultimi rispetto alle altre province regionali che invece si collocano dignitosamente su ogni indicatore. Insomma, la pecora nera della Regione. Immagino cose risapute da chi ha le redini dei servizi in Regione, visto che la sanità è materia regionale. Risaputo ma senza interventi per rimediare, anzi.
Siamo ultimi della classifica per la mortalità per infarto e per consumo di farmaci antiipertensivi, in fondo alla classifica per mortalità (83 esimo posto) e per mortalità per tumore (103 esimo posto).
A metà classifica, in miglioramento, per la speranza di vita; facciamo meglio per il numero di medici di famiglia, pediatri e geriatri ogni 1000 abitanti, un indicatore di governo del territorio importante perché sta a dire che probabilmente le reti di presa in carico materno infantile e del cronico ci sono.
I posti letto non mancano (l’offerta c’è ed è un costo fisso), mentre siamo al 66esimo posto per i dimessi ferraresi da ospedali fuori Regione. La così detta mobilità passiva (che si somma ai costi fissi), che tanto costa in termini economici e tanto è indice di una offerta dei servizi sul territorio poco appetibile, probabilmente per carente fiducia, per i tempi di attesa troppo lunghi, per carenza di eccellenze. La gente scappa a farsi curare altrove, dove in tempi brevi trova tutto. Non solo per situazioni cliniche complesse che richiedono alta specializzazione, ma soprattutto per il quotidiano.
Senza considerare che i dati attuali evidenziano che circa il 40% delle prestazioni sanitarie sono pagate direttamente e completamente dal cittadino.
E’ necessario pretendere quello che c’è nelle altre province della Regione, non pensare che possiamo aggregarci a Bologna o a chi altro, migliore di noi. Individuare attraverso studi epidemiologici e di consumo delle prestazioni, quali sono le fughe ed investire su quelle. Oltre che investire su eccellenze che attraggano non solo i ferraresi, mai fuori provincia e regione.
Serve una rete ospedaliera riqualificata, dove le situazioni complesse trovino risposte all’ospedale di Cona e quelle a bassa intensità assistenziale, nella rete di ospedali resi eccellenti (e magari in parte privati) per determinate tipologie di prestazioni più semplici, con personale reso altamente specializzato ed eccellente proprio su quello. Serve che anche il privato accreditato e a contratto entri a pieno titolo nella rete d’offerta provinciale. Aperture prolungate e rapporti con i cittadini in grado di fidelizzare.
Governance, privato e controllo le tre parole chiave per servizi di qualità e sostenibili. Poi i confini regionali possono essere varcati, qualificati con accordi che rispondano alle esigenze del cittadino e ai costi da sostenere che devono essere in equilibrio, ripensando alla geografia del territorio, non ai confini amministrativi.
Rossella Zadro
Candidata Italia in Comune per il Consiglio Comunale

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